Scandalo Cambridge Analytica, Comi: "Me lo aspettavo. Servono più tutele" - Affaritaliani.it

Affari Europei

Scandalo Cambridge Analytica, Comi: "Me lo aspettavo. Servono più tutele"

Il Parlamento Ue discute del caso Cambridge Analytica. Comi: "Temo ci siano altri scandali in futuro". L'intervista

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Lo scandalo Cambridge Analytica irrompe nell'aula di Strasburgo dove gli eurodeputati hanno discusso di come difendere al meglio i dati dei cittadini europei. Cambridge Analytica è accusata di aver ottenuto i dati Facebook di milioni di utenti senza il loro consenso per bersagliarli durante le elezioni presidenziali statunitensi del 2016. In totale le informazioni Facebook di circa 87 milioni di utenti (di cui 2,7 milioni europei) sarebbero state ottenute in modo improprio.

"Bene che Zuckerberg abbia ammesso immediatamente di aver sbagliato, ma ora bisogna capire come risolvere il problema", spiega ad Affaritaliani.it Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia. "Prima di tutto bisogna chiarire la portata della falla e quanti profili sono coinvolti. Cittadini che devono essere avvisti io credo. In secondo luogo quello che non ho capito é cosa Zuckerberg voglia fare per evitare che si ripetano ancora questi scandali".

Crede che ce ne saranno altri?

"Non ho certezze al riguardo ma credo che ci siano altre compagnie che utilizzano o hanno utilizzato in modo improprio i dati degli utenti di Facebook. Quando lavoravamo al regolamento sulla protezione dei dati (Regolamento UE 2016/679, ndr) c'era già il sentore che molte società, per scopi elettorali e commerciali, utilizzassero in modo improprio questo genere di dati".

Che cosa cambierà con l'entrata in vigore del Gdpr (General Data Protection Regulation)?

"E' un regolamento molto esteso che aumenta il livello di protezione della privacy dei cittadini Ue. Tra le altre cose il regolamento, che entrerà in vigore il 25 maggio di quest'anno, prevede una multa che puó andare fino al 4% del fatturato globale dell'azienda che viola il regolamento. Per Facebook stiamo parlando di 1,5 miliardi di euro".

Fondi freschi per l'Europa che dopo la Brexit ha un oggettivo problema di bilancio...

"Questo genere di multe, applicate ad aziende poco rispettose della privacy dei cittadini, sono un ottimo deterrente e possono essere uno strumento di finanziamento per l'Ue. Così come la web tax".

Come se la immagina questa web tax?

"Deve essere uno strumento condiviso da tutti gli Stati europei per andare a tassare i ricavi fatti dai colossi del web che oggi con organizzazioni aziendali complesse e accordi con Stati compiacenti pagano percentuali irrisorie di tasse. La doppia tassazione é sbagliata, ma le grandi compagnie del web non possono continuare ad eludere il Fisco, devono pagare lí dove fanno gli utili".

Gli utenti sono consapevoli delle informazioni che forniscono a Facebook e alle altre piattaforme social?

"No, non lo sono. Io sono stata relatrice, per il mercato interno, del Gdpr e devo dire che non sempre il consumatore é consapevole delle informazioni che fornisce e di come queste vengono utilizzate. Il nodo centrale é nella comunicazione tra azienda e utente che deve essere chiara e semplice".

Uno dei nodi centrali é dunque il consumatore?

"Spesso viene presa sottogamba la questione privacy, percepita da molti come una scocciatura. In verità é il consumatore il primo a doversi interessare per potersi tutelare. Poi se sceglie di autorizzare Facebook o chi per esso ad utilizzare i propri dati nessun problema, ma deve essere una scelta consapevole".

Sembra che Cambridge Analytica abbia utilizzato i dati di Facebook per campagne volte ad influenzare l'opinione pubblica durante la campagna elettore che ha portato all'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. C'é un pericolo per la democrazia?

"Il tema é sul tavolo, ma non bisogna fare facili allarmismi. Il cittadino é una persona intelligente e non si fa influenzare facilmente da una email o un post Facebook. Le cose cambiano se invece queste persone sono state oggetto di una campagna di comunicazione aggressiva".