Scontro Europa-Turchia, a rischio l'accordo sui migranti
I rapporti tra Europa e Turchia non sono mai stati cosí tesi. Per Erdogan si tratta di una guerra di religione. A rischio l'accordo sui migranti
Se fino ad oggi la crisi tra Europa e Turchia era diplomatica, negli ultimi giorni si sta spostando su un altro territorio, quello della religione. Il premier turco Erdogan ha infatti preso la palla al balzo e usato la sentenza della Corte di giustizia Ue, che ritiene legittimo il divieto al velo sui luoghi di lavoro, per accusare l'Europa di stare portando avanti una crociata contro l'Islam
Erdogan accusa: crociata Ue contro l'Islam
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan é tornato ieri ad attaccare l'Europa e la sentenza della Corte Europea, che lo scorso 14 marzo si é pronunciata sulla legittimitá del divieto del velo sul luogo di lavoro. "Hanno voluto iniziare una battaglia tra la croce cristiana e la mezzaluna dell'Islam, non c'é altra spiegazione. Dov'é finita la libertá di religione? Sembra che l'Europa sia tornata indietro a prima della seconda Guerra Mondiale".
Clima teso soprattutto con Germania e Olanda
Il presidente ha parlato nella cittá di Sakarya, non distante da Istanbul, durante un comizio per il Sí al referendum del prossimo 16 aprile, con cui la Turchia é chiamata a decidere del passaggio al sistema presidenziale, una riforma fortemente voluta dallo stesso Erdogan. Le polemiche con l'Europa sono tornate roventi in seguito al divieto di atterraggio che le autoritá olandesi hanno emesso lo scorso 10 marzo nei confronti di un aereo che avrebbe dovuto portare il ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu, a Rotterdam per un comizio. La situazione é poi peggiorata quando, a distanza di 24 ore, la ministra per le politiche sociali e famigliari, Fatma Betul Sayan Kaya, é stata fermata alla frontiera insieme al suo staff e giornalisti al seguito, per poi essere scortata in territorio tedesco nonostante fosse a bordo di auto con targa diplomatica, in possesso di passaporto diplomatico e fosse diretta presso il consolato turco di Rotterdam
Le elezioni in Europa e Turchia avvelenano i pozzi
L'Olanda si é giustificata dicendo che si temevano violenze ai comizi e che il territorio dei Paesi Bassi non puó essere terreno per campagne elettorali di altri Paesi. Ma le ragioni sono altre. Il governo temeva che le elezioni di mercoledí sarebbero potute essere influenzate dalla presenza di ministri turchi e soprattutto una presa di posizione cosí decisa del premier Rutte contro la Turchia gli ha fatto guadagnare consenso tra gli elettori di destra che fino a quel momento guardavano a Rutte.
Se l'Europa, per ragioni elettorali e politiche, segue una linea sempre piú dura nei confronti degli immigrati, spesso di fede musulmana, e la Turchia fa altrettanto nei confronti dell'Europa, come evolveranno i rapporti? L'adesione di Ankara all'Ue é ormai fantapolitica, ma nel piú breve periodo ad essere in pericolo é l'accordo sui migranti. Tuttavia il fatto che Erdogan non abbia ancora fatto un passo indietro potrebbe rivelare la volontá di tornare a relazioni normali dopo il voto dreferendario di aprile.
Commissione Ue: l'accordo sui migranti resta valido
L'Unione europea rimane "impegnata nell'attuazione della dichiarazione" con la Turchia sui migranti, ha detto il portavoce della Commissione, Margaritis Schinas, rispondendo all'annuncio di Ankara di voler rimettere in discussione l'accordo per la crisi diplomatica con Germania e Olanda. Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha minacciato di procedere unilateralmente all'annullamento dell'accordo sui migranti. "In qualunque momento potremo annunciare che non applicheremo piu' il trattato, che cosi' terminera'", aveva spiegato Cavusoglu. La Commissione, invece, si aspetta che "entrambe le parti rispettino i requisiti" dell'accordo sui migranti, perche' e' "nell'interesse" di Turchia e Ue "e soprattutto dei rifugiati", ha detto Schinas.