Affari Europei
Ttip, a rischio il voto in Parlamento. Rottura socialdemocratici-popolari
Il voto previsto per la prossima settimana al Parlamento Europeo sul commercio e gli investimenti del partenariato transatlantico (Ttip) è in serio dubbio dopo che i socialdemocratici hanno fatto marcia indietro al proposito di un accordo con il Partito popolare europeo. Nell'ultima riunione di Bruxelles il gruppo dei Socialisti ha riaffermato la propria posizione iniziale, escludendo una clausola compromissoria dell'affare.
La scorsa settimana, dopo una serrata trattativa tra i diversi partiti politici andata avanti fino a tarda notte, il Comitato del Parlamento Europeo per il commercio internazionale ha adottato una risoluzione vincolante che ha dato il via libera alla Commissione Europea per l'accordo commerciale con gli Stati Uniti, ammettendo che una risoluzione delle controversie tra investitore e Stato sarebbe rimasta parte della transazione.
Ora il gruppo dei socialdemocratici afferma che non accetterà alcun tipo di arbitrato privato. "L'Isds non è certo la strada da seguire", ha affermato il portavoce socialdemocratico per il commercio David Martin. "Sia gli Stati Uniti che l'Unione Europea hanno tribunali nazionali affidabili e dovrebbero essere loro a risolvere qualsiasi controversia". Martin ha rimarcato il fatto che i singoli governi devono avere il diritto di regolare i commerci nel pubblico interesse e che "il principio della parità di diritti tra gli investitori nazionali ed esteri deve essere salvaguardato".
I socialdemocratici hanno unito le loro forze coi Verdi, che criticavano in precedenza gli eurodeputati socialisti per aver remato insieme al centrodestra sull'argomento. La Commissione europea non ha ancora reagito ma nei prossimi giorni si assisterà probabilmente a una corsa contro il tempo per arrivare a un compromesso. In caso contrario, i deputati potrebbero rompere le fila dei propri gruppi politici e votare secondo le linee nazionali.
Gli analisti temono che il rigetto dell'Isds possa aprire scenari molto complessi. L'opinione pubblica però continua a essere ostile all'Isds e dunque alla possibilità delle aziende di ricorrere a tribunali extra giuridici per sfidare le autorità statali e le leggi nazionali sulle possibili controversie. Per alleviare tali timori, la Commissione ha proposto delle misure che possano trasformare l'Isds in un tribunale più tradizionale, con la nomina di arbitri permanenti con qualifiche analoghe ai giudici nazionali, e l'introduzione di un sistema di ricorso bilaterale. L'Ue ha anche chiesto l'istituzione di un tribunale di investimento multilaterale permanente con giudici di ruolo. La risoluzione dovrebbe essere sottoposta al voto plenario del Parlamento. Potrebbe essere decretata in quel frangente la fine dell'Isds.