Affari Europei
Vertice Onu sul clima, Hollande incassa l'appoggio di Merkel

Tagliare drasticamente l'emissione dei gas ad effetto serra per contenere il surriscaldamento globale. Un piano di riduzione a tappe forzate, incentivi alle rinnovabili e chiusura degli impianti troppo inquinanti. È questa la base dell'accordo raggiunto da Angela Merkel e Francois Hollande nel corso di un incontro per preparare il vertice Onu sul clima che si terrà a dicembre a Parigi.
Il cancelliere tedesco e il presidente francese hanno promesso di fare tutto il possibile perché quest'anno venga adottato un "ambizioso" piano Onu per combattere il cambiamento climatico. I due leader europei, incontratisi a Berlino per colloqui informali nell'ambito della 'Petersberg Climate Initiative', hanno esortato altri Paesi a dare il meglio per raggiungere questo importante risultato di riduzione delle emissioni.
Francia e Germania hanno "fermamente deciso di intraprendere tutti gli sforzi per raggiungere un accordo sul clima ambizioso, completo e vincolante entro la fine di quest'anno", recita il comunicato congiunto.
Per Hollande il vertice di Parigi non è solo un momento importante per cambiare le sorti del pianeta, ma anche una chance per risalire la china e guadagnare consenso. Il suo governo è ai minimi storici in fatto di gradimento e un accordo siglato a Parigi, quando tutti i capi di stato e di governo saranno riuniti sotto l'arco di trionfo, sarebbe per Hollande una vetrina ineguagliabile.
Per la Merkel invece si tratta quasi di una questione personale. La Cancelliera è molto attenta al tema dei cambiamenti climatici e sta guidando la Germania verso una rivoluzione energetica. Le rinnovabili coprono già un quarto del fabbisogno elettrico, ma la decisione di denuclearizzare il Paese ha poso serie domande circa la sostenibilità del sistema. Per un Paese di 80 milioni di persone, con un settore industriale estremamente energivoro, non si tratta di uno scherzo.
La Merkel si sta confrontando con le utilities e le miniere di carbone per tagliare di 22 milioni le tonnellate di Co2 emesse in atmosfera. L'obiettivo è quello di tagliare del 40%, entro il 2020, le emissioni rispetto ai livelli del 1990.
Uno dei meccanismi da adottare è quello dei certificati, gli Ets. Un sistema già adottato dall'Unione europea ma che, dopo un primo successo, è imploso sotto la pressione della crisi economica che ha fatto contrarre la produzione industriale. Molti Paesi che puntano sull'industria pesante per crescere (come la Polonia) ora temono nuovi vincoli ed è prevedibile che si opporranno ad un accordo vincolante.