Fanny Ardant ad Affari: "Grande lusso? Aver interpretato le donne che amavo"

La musa di Truffaut è sbarcata al Lido di Venezia per promuovere The Palace, il nuovo film di Polanski fuori concorso al Festival

Di Oriana Maerini
Fanny Ardant
Costume

Fanny Ardant a Venezia 80 per The Palace di Roman Polanski. L'intervista di Affari 

Elegantissima in tubino bianco e nero, occhi nero cobalto che esprimo dolcezza e gioia di vivere Fanny Ardant, la musa di Truffaut è sbarcata al Lido per promuovere The Palace, il nuovo film del novantenne Roman Polanski proiettato fuori concorso al Festival, prodotto anche Luca Barbareschi e Rai Cinema. Una commedia nera surreale ambientata in un albergo-castello realmente esistente nella località svizzera di Gstaad, durante il Capodanno 2000; un passaggio di millennio ricco di aspettative e paure. La Ardant interpreta il ruolo di una marchesa stravagante nei modi e nell’apparenza, - monumentali capelli rossi e abiti eccentrici-, disperata perché il suo cagnolino non riesce a defecare sulla neve.

Fanny Ardant al Festival del Cinema di Venezia 
 

The Palace evoca un futuro disastroso per l’umanità cosa ne pensa?

Nella storia del mondo ci sono state delle tragedie e dei timori sulla fine del mondo ma credo che l’essere umano può contrastare la catastrofe e non accettare il mondo così com’è. La libertà interiore di un essere umano è imbattibile.

Quali sono i pericoli per la degenerazione della nostra società?

L’avidità e la cupidigia, volere sempre di più per fare che cosa? In questo modo il mondo si impoverisce mentre la parte ricca si chiude in se stessa e che non genera niente perché l’unica cosa che la gente adora oggi sono i soldi. Un giorno ho chiesto ad un bambino quale fosse la persona che più stimava e lui mi ha risposto: Elon Musk perché è ricco!

A proposito di coraggio e libertà, Lei è stata molto coraggiosa a contrastare i suoi genitori che non volevano che intraprendesse la carriera di attrice….

Non volevano perché mi amavano, volevano proteggermi dal mondo dello spettacolo ma, grazie a loro ho potuto studiare all’università perché loro pensavano che il mio fosse solo un capriccio.

Le attrici italiane spesso lamentano che non si sono molti ruoli interessanti per le donne……

No, la Francia ha una tradizione diversa, nella letteratura francese la donna è sempre al centro della storia a tutte le età: la donna giovane, quella che invecchia. Pensiamo alla marchesa Merteuil di “Le relazioni pericolose” .

Qual è il personaggio al quale sei più legata?

Ho amato quasi tutte le donne che ho portato in scena; il mio grande lusso è quello di aver interpretato i personaggi che amavo. Sono stata affascinata dalle grandi eroine greche erano per me degli esempi, nel bene e nel male. Non mi piacciono le donne perfette, non mi interessano. Ho sempre amato personaggi come Medea, Cassandra, Clitennestra: le donne che non piacevano agli uomini perché pericolose.

Quale consiglio le ha dato Polanski sul set?

La marchesa che interpreto fa parte dell’aristocrazia francese, non è una nuova ricca, con la sua follia dolce affronta il mondo. La cosa che amavo di Roman sul set è che si focalizzava sui particolari perché facessero funzionare tutto il resto: il particolare di un vestito, un sorriso, una parola. Lui ama molto improvvisare qualcosa anche in una scena è già scritta. Conoscevo Roman perché mi aveva diretta sul palcoscenico nel ruolo della Callas e conoscevo già il suo modo di fare molto attento ai particolari. Per una attrice è formidabile essere seguita da un regista appassionato che segue tutto, si interessa su tutto. Lui parte dal presupposto che sei intelligente e si butta nel gioco. Il suo fascino deriva dall’energia che mette nel suo lavoro, lui non molla mai finché tutto non funziona come dovrebbe.

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