Blitz della polizia in casa degli attivisti “imbrattatori” di Firenze

L’irruzione delle forze dell’ordine in casa degli attivisti di Ultima Generazione, che contesta l'appropriatezza di un simile trattamento

Redazione di Cronache
Cronache

Gli attivisti di Palazzo Vecchio sotto ispezione della Procura di Firenze

Questa mattina i due attivisti coinvolti nei fatti di Palazzo vecchiohanno subìto una perquisizione nelle proprie abitazioni, a Firenze e a Lucca, su disposizione di un decreto della Procura di Firenze, firmato dal pm Giovanni Solinas.

I primi a darne notizia, con un comunicato, sono gli stessi membri della rete di Ultima Generazione, che da tempo si dedica ad azioni dimostrative di protesta per la giustizia climatica.

Infatti proprio Giordano e Alice, rispettivamente di 32 e 23 anni, avevano manifestato a Palazzo Vecchio lo scorso 17 marzo vandalizzando una delle facciate in Piazza della Signoria con della vernice lavabile arancione.

Di tutta risposta gli agenti della digos di Firenze hanno sequestrato durante il blitz un pamphlet e tutti i dispositivi tecnologici: computer, telefoni e schede telefoniche che verranno presto analizzati.

L’intento dichiarato dalle forze dell’ordine sarebbe, a quanto dichiarato, ricostruire le dinamiche che hanno portato ad organizzare l’azione dimostrativisti degli attivisti climatici.

Questa infatti è il terzo avvenimento che si verifica a Firenze per mano loro. Lo scorso febbraio era stata imbrattata la facciata del palazzo sede del Consiglio regionale e a gennaio l sede locale del ministero dell’Economia e Finanze.

Ultima Generazione: “Un provvedimento del tutto sproporzionato”

Il reato contestato ai due attivisti è quello di “imbrattamento di beni culturali”, art.518-duodecies del codice penale.

In virtù di questo, secondo la rete coinvolta negli atti di rivoluzione per la giustizia climatica, è inaudito subire un trattamento del genere, “specie se rapportato ai reati loro contestati successivamente alle azioni di disobbedienza civile non violenta che hanno compiuto".

Proprio sul metodo, portato avanti da Ultima Generazione, di “disobbedienza civile nonviolenta” sono sorte moltissime polemiche, in Italia come all’estero.

L’opinione pubblica è molto polarizzata a riguardo. Da un lato, coloro che condannano i gesti con intransigenza, nonostante gli attivisti si mettano in gioco per la causa del collasso ecoclimatico. Dall’altra invece chi sottolinea l’indifferenza generale con cui si rimandano delle reali soluzioni sistemiche al cambiamento climatico e rimarca, peraltro, la natura pacifica degli atti dimostrativi, nonché del "danno provvisorio" arrecato di volta in volta.

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