Camere Penali: "Sciopero? Nordio deve riaprire il dossier-giustizia"

Il Segretario Eriberto Rosso ad Affari sulle ragioni della protesta del prossimo aprile: "La volontà politica non risponde alla realtà dei fatti"

di Eleonora Perego
Cronache

Sciopero Unione Camere Penali, il Segretario Rosso ad Affari: "Nordio rispetti l'impegno politico"

L’annuncio, da parte dell’Unione delle Camere Penali Italiane, di astenersi dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni 19, 20, 21 aprile 2023 sembra sortire i primi effetti. Non è la prima volta che l’Unione proclama uno “sciopero”; perché in questa occasione il richiamo diretto al Governo e al ministro della Giustizia Carlo Nordio fanno ancora più rumore?

Affari ha affrontato la questione direttamente con Eriberto Rosso, Segretario dell’Unione Camere Penali Italiane.

Andiamo al punto: perché l’Unione delle Camere Penali Italiane ha sentito la necessità di protestare?

Perché con l’avvento della nuova legislatura abbiamo aperto un confronto con il ministro della Giustizia Nordio, segnalando la necessità di una serie di interventi  urgenti per affrontare i problemi sorti con i decreti attuativi della Riforma Cartabia. Il ministro si era impegnato a un tavolo politico, di confronto su questi temi, con le Camere Penali, l’Associazione Nazionale Magistrati, l’accademia … ma questo tavolo non è sorto.

Quali criticità avevate sollevato?

Un complesso documento redatto dai penalisti italiani ha segnalato al Ministro le più gravi criticità, prima tra tutte le nuove norme sulle impugnazioni, che si traducono nel grave pregiudizio per il diritto di appello dei soggetti più deboli assistiti da difensori di ufficio. Ciò mentre altre criticità (ad esempio la imminente entrata a regime delle udienze predibattimentali nonostante i gravi vuoti di organico, o l’anomalia ed ingestibilità del nuovo regime prescrizionale) esigono risposte sulle quali pure il Parlamento ha formalmente impegnato il Governo, ad oggi senza alcun esito.

E sulla separazione delle carriere?

Anche in questo caso abbiamo riscontrato l’assenza di un’iniziativa della maggioranza di governo. Si fa abortire sul nascere la riforma costituzionale per la separazione delle carriere in magistratura, pur annunciata in campagna elettorale come il punto centrale della riforma della giustizia italiana (da attuarsi -come tutti ricordiamo- “nei primi sei mesi”). Proprio il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia è l’unica forza di maggioranza a non aver presentato né la proposta di legge di iniziativa popolare delle camere penali, facendola propria al pari di Lega e Forza Italia (oltre che di Azione-Italia Viva), né alcuna altra proposta.

Lungi dall’essere finalmente ridimensionata come nei propositi della nuova maggioranza politica, la posizione della magistratura appare al contrario ulteriormente rafforzata, proprio perché si fermano certe riforme dell’ordinamento giudiziario contrarie ai suoi diktat (porte girevoli, distacchi ministeriali, fascicolo per le valutazioni professionali).

Insomma sembra che tutti i proclami si siano tradotti in nulla di concreto …

Al contrario, la volontà politica della giustizia non solo non si è realizzata, ma in questi primi mesi si è connotata attraverso segni che vanno in tutt’altra direzione: assenza di provvedimenti sul carcere, intercettazioni; ulteriore aggravamento del regime penitenziario del 41 bis e del regime delle ostatività; accanimenti carcerari nei confronti di poche decine di detenute madri o in gravidanza … .

Questo ci ha portato a dire “Ora basta”, abbiamo necessità di avere un’interlocuzione politica, un impegno.

Tutta colpa solo del ministro Carlo Nordio?

In realtà del ministro Carlo Nordio noi penalisti abbiamo apprezzato le prese di posizione pubbliche, il discorso che ha fatto in Parlamento sul programma per la giustizia che contiene una serie di riferimenti a valori e provvedimenti che noi assolutamente condividiamo e auspichiamo. Inoltre il Parlamento, con la recente Risoluzione del 14 marzo su mozione di Enrico Costa, ha già impegnato il Governo a una serie di riforme da noi condivise.

Se questo è l’impegno del ministro, che però poi non si risolve in atti concreti … dobbiamo anche ritenere che forse questo ministro ha una difficoltà, non so, con la sua maggioranza. Quelle idee e quei propositi riformisti appaiano osteggiati ed interdetti dalla stessa maggioranza che dovrebbe sostenerli, come anche da una burocrazia ministeriale tradizionalmente incline ad assumere l’improprio ruolo di decisore politico.

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Cosa vi aspettate dall’astensione prevista per i giorni 19, 20, 21 sprile?

Noi abbiamo necessità di un’interlocuzione piena, quindi protestiamo in questa direzione. Intanto il prossimo venerdì 21 aprile 2023 a Roma è in programma una manifestazione nazionale per il rilancio e la concreta attuazione delle riforme della Giustizia penale che il Governo ed il Parlamento si sono formalmente impegnati a realizzare. Cercheremo di coinvolgere il Consiglio Nazionale Forense, con la presidente Maria Masi che anche recentemente, all’inaugurazione dell’Anno giudiziario ha con forza posto il tema delle riforme urgenti del processo penale.

Vediamo anche come si posizionerà la magistratura, in particolare l’Anm che su una serie di riforme ha interesse: vorremmo capire se si sta occupando solo di mettere paletti sulla questione delle “porte girevoli”. Io credo che il ministro una risposta la vorrà dare; vediamo cosa accadrà nell’interlocuzione delle prossime settimane.

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