Duplice omicidio Sant'Antimo, la verità: il suocero era innamorato della nuora

Raffaele Caiazzo si era innamorato della moglie del figlio, uccisa come il marito della figlia davanti ai figli di 2 e 4 anni

Di Redazione Cronache
da sinistra a destra: Maria Brigida Pesacane
Raffaele Caiazzo
Luigi Cammisa 
 
Cronache

I figli dell’omicida rivelano il movente che lo ha spinto a uccidere i loro coniugi: spari davanti ai bambini

E' stato convalidato dal giudice il fermo di Raffaele Caiazzo, il 44enne fermato per il duplice omicidio commesso giovedì a Sant'Antimo (Napoli) del 29enne Luigi Cammisa e della 24enne Maria Brigida Pesacane, coniugi dei suoi due figli Anna e Alfredo e genitori dei suoi quattro nipotini. Nei confronti dell'uomo è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Caiazzo si era costituito ai carabinieri qualche ora dopo il duplice delitto, ed era stato sottoposto a fermo da parte della Procura di Napoli Nord (sostituto Alberto Della Valle e procuratore Maria Antonietta Troncone).

Nel corso dell'udienza Caiazzo ha confermato quanto ammesso durante il primo interrogatorio reso giovedì pomeriggio nella caserma dei carabinieri di Giugliano in Campania, ovvero di aver ucciso a colpi di pistola Cammisa in piazza Sant’Antonio, ma senza aver premeditato l'omicidio, e di non ricordare nulla invece dell'omicidio della nuora, che secondo la Procura Caiazzo avrebbe ucciso in casa mentre erano i presenti i figli di 2 e 4 anni, nipoti di Caiazzo.

Su Repubblica ci sono molti dettagli sulla drammatica vicenda. "Era lui che aveva perso la testa per la nuora, non il genero. Li accusava di avere una relazione per nascondere la sua gelosia e li ha uccisi entrambi, «in maniera lucida e spietata, accecato da un’assurda convinzione», scrive il giudice di Napoli Nord".

Sempre su Repubblica i tremendi racconti di una famiglia distrutta. "Anna, figlia di Caiazzo e moglie di Cammisa, ricostruisce così gli ultmi mesi: «In famiglia ci siamo convinti che mio padre avesse perso la testa per Brigida, assolutamente non ricambiato da lei, e che questa situazione fosse all’origine della sua mania di gelosia nei confronti della ragazza». Poi aggiunge: «Sono convinta che l’uccisione di mio marito sia un estremo atto di gelosia di mio padre, che poi è andato a casa di mia cognata, uccidendo anche lei, perché convinto che, andando in carcere, non gli sarebbe stato più permesso di vederla, né di starle vicino»".

"Il fratello gemello Alfonso, marito di Brigida, fornisce ulteriori dettagli: «Mio padre si è invaghito della mia compagna. Sostiene che abbia avuto una relazione con il marito di mia sorella, Luigi Cammisa». E questo «nonostante io e mia sorella avessimo detto che le sue erano solo fantasie, tanto da arrivare entrambi a litigare con lui e a non volere più avere a che fare con nostro padre»".

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