Georg tira un altro calcio a Bergoglio: "Dopo Ratzinger doveva esserci Scola"

Nuovo colpo di scena nella saga tra Padre Georg e il Santo Padre: la bomba arriva dopo la notizia sulla destinazione in Costa Rica dell'ex braccio di Ratzinger

Di Giuseppe Vatinno
La vignetta del saggio Yogananda per Affaritaliani.it 
Cronache

Padre Georg vs Ratzinger: continua la saga vaticana. Ecco cosa sta succedendo 

Nella telenovela vaticana su Padre Georg Gänswein oggi c’è un nuovo colpo di scena che giunge esattamente dopo la notizia non smentita della destinazione in Costa Rica del presule tedesco (clicca qui per leggere l'articolo).  Ma Papa Francesco forse non aveva previsto l’eccezionale abilità dell’ex segretario di Papa Benedetto XVI di tirare affilatissimi calci di punta sugli stinchi degli avversari, il tutto, naturalmente, con il più ampio sorriso sulle labbra.

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L’ultimo calcione è stato rifilato in sordina sulla cronaca milanese del Corriere della Sera in una ottima intervista (un unico errore: Georg è del 1956 non del 1950) di Giampiero Rossi e questo può essere interpretato, dai più sadici, anche come una finezza tutta teutonica della vendetta che solo i nibelunghi sanno servire veramente fredda. Quindi niente pubblicità volgare e inutile in prima o nell’edizione nazionale, intanto la notizia ghiotta sarebbe risalita in maniera del tutto naturale, diremmo darwiniana, al centro dell’attenzione mediatica.

L’occasione, che Papa Bergoglio teme come la peste, è quella della presentazione itinerante della sua ultima fatica letteraria e cioè il libro “Nient’altro che la verità. La mia vita affianco a Benedetto XVI”, presentazione avvenuta presso la libreria Mondadori Duomo di Milano. Ma riavvolgiamo il nastro.

Tutto è cominciato a fine anno quando Papa Ratzinger è scomparso. Per Francesco neppure il tempo di gustare una bollicina di spumante e una fetta di panettone che il segretario di Benedetto lo ha bombardato con una serie di attacchi da Panzerdivision. Lo ha accusato di “averlo dimezzato” dalla carica di Prefetto della Casa Pontificia lasciandogli solo lo stipendio ma non il lavoro.

Da allora Georg ha vissuto solo come assistente di Ratzinger. Il Papa non prese sottogamba la situazione perché c’era il pericolo che il tedesco si mettesse a capo dei vescovi e cardinali conservatori tedeschi ma soprattutto americani o che comunque potesse essere strumentalizzato dai suoi nemici. E Papa Francesco, ricordiamolo, prima ancora che Papa “Bianco” è Papa “Nero”, provenendo dall’alta gerarchia dell’ordine più potente della Chiesa Cattolica Universale: i Gesuiti.  E così, detto fatto, appena passate le feste il primo incontro che fissò il Papa fu proprio con Padre Georg.


Nel frattempo Gänswein aveva tentato di non far uscire il suo libro arrivando –si dice- addirittura a Marina Berlusconi, ma ormai era stato stampato e già pronto alla distribuzione e quindi non ci riuscì. Infatti il libro contiene tutta una serie di attacchi a Francesco che non erano più utili visto che il Papa finalmente lo riceveva. Perché a Padre Georg interessa una cola cosa: il suo futuro. Troppo giovane per la pensione troppo vecchio per ricominciare. Così da allora c’è stata tutta una serie di comportamenti bipolari fatti di aperture e chiusure a fisarmonica con lo scaltro “pretino” che alternava fasi di amore evangelico a formidabili calcioni di punta sugli stinchi dell’argentino che è sì compaesano di Maradona ma ogni tanto perde pure lui le staffe.

Insomma era evidente che i due stavano trattando. In ogni caso la vicenda si era conclusa male per il tedesco, con la defenestrazione in Costarica. Ma dopo questa necessaria lunga premessa la notizia bomba: Padre Georg ha sganciato l’ordigno “fine di mondo”: «Credo non pochi cardinali avrebbero vissuto bene se Angelo Scola fosse stato Pontefice». E cosa significa per un cardinale vivere bene in un pontificato? –chiede l’intervistatore. «Significa sentirsi in sintonia non soltanto esteriormente ma anche interiormente».

E poi ancora: “Ricordo benissimo che tanti, e voi giornalisti in particolare, si sono precipitati a dire che il cardinale Scola sarebbe stato il successore naturale, anzi addirittura scontato”. Padre Georg rivela dunque che Papa Benedetto XVI avrebbe voluto che il cardinale di Milano, Angelo Scola, fosse stato il suo successore e non Bergoglio. Ed implacabile continua: "Al di là della mia stima e simpatia personale, lei capisce che ogni mia frase su questo potrebbe essere interpretata come una manifestazione negativa nei confronti dell’attuale Pontefice. E come le ho detto, a Santa Marta c’è grande sensibilità…».  E qui la botta definitiva a Papa Francesco con fine precisione e spietatezza.

Nell’intervista c’è un momento lirico e cioè una stupenda descrizione visiva di padre Georg che dopo aver tirato l’affilatissimo calcio negli stinchi del Santo Padre un po’ si rammarica e vezzosamente, abbassa gli occhi, sorride, fa un mezzo giro su ste stesso, e si copre la bocca con una mano come quelle immagini di pretini giocosi che si vendono nei calendari vicino a San Pietro. Una immagine pittorica che potrebbe essere presa ad emblema di quello che viene definito uno “scherzo da prete” che però al Papa non avrà fatto tanto piacere.

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