Oristano, la madre di Chiara Carta si avvale della facoltà di non rispondere

Monica Vinci, in carcere con l'accusa di aver ucciso la figlia 13enne con 30 coltellate, ha scelto di rimanere in silenzio

di redazione cronaca
Cronache

La madre di Chiara Carta si avvale della facoltà di non rispondere

Si è avvalsa della facoltà di non rispondere Monica Vinci, nel corso del primo interrogatorio che la vede imputata con l’accusa di omicidio aggravato della figlia Chiara Carta con 30 coltellate. A seguito del delitto, avvenuto il 18 febbraio scorso a Silì, frazione di Oristano, la donna ha tentato il suicidio gettandosi dal primo piano del balcone della sua abitazione.

Nel carcere di Cagliari-Uta dove è detenuta, la donna 52enne ha fatto scena muta davanti al giudice della indagini preliminari (gip) del  tribunale di Oristano, Federica Fulgheri. Affiancata dal suo legale - l'avvocato Gianluca Aste - ha inizialmente risposto ad alcune domande sulle generalità, ma al momento di ricostruire l’omicidio, è scoppiata in lacrime e si è chiusa in se stessa, senza aggiungere una sola parola.

E così il gip ha dovuto interrompere l'interrogatorio di garanzia, sempre rinviato a causa delle condizioni di salute della Vinci, a lungo ricoverata in ospedale dopo il tentativo di suicidio. "La mia assistita sta male - ha riferito all’Ansa il legale - parla poco o nulla, non è in grado di reggere un interrogatorio". Da qui la decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere. In programma, inoltre, anche la richiesta di una perizia psichiatrica per valutare l'eventuale infermità mentale: "Credo sia necessaria", ha concluso Aste. 

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