Profughi ucraini No Vax: "rischio focolai" di Covid, morbillo, poliomielite

La circolare di Speranza: "Notevoli criticità dovute a basse coperture vaccinali, epidemia di morbillo nel 2019 e focolaio polio ancora in corso in Ucraina"

Il punto accoglienza vaccinale di Termini per i profughi ucraini
Cronache
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Il ministero dispone tamponi e vaccini per i rifugiati ucraini che arrivano in Italia, ma c'è anche il pericolo morbillo e polio 

Il ministro della Salute Roberto Speranza, tramite una circolare, chiede alle Regioni di assicurare "le necessarie attività di sorveglianza, prevenzione e profilassi vaccinale" con particolare attenzione "alla precoce identificazione delle persone con esigenze particolari e specifiche vulnerabilità" come minori stranieri non accompagnati, donne in stato di gravidanza, e nuclei familiari monoparentali.

In particolare il ministero raccomanda di offrire la vaccinazione, in accordo con il piano nazionale, "a tutti i soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere vaccinati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione, comprensiva della dose di richiamo (booster) per i soggetti a partire dai 12 anni di età".

Le Regioni si dicono "pronte" a fare la loro parte ma allo stesso tempo chiedono "un approfondimento ulteriore, tecnico e politico, sulla parte della gestione della prevenzione e dell'assistenza sanitaria, a partire dalle vaccinazioni e dai tamponi". E le criticita sono varie. Il tasso di vaccinazione anti-Covid in Ucraina, infatti, è tra i più bassi d'Europa, attestandosi al 35% circa. Per questo, bisogna "garantire che sul piano sanitario non ci siano diffusioni di contagio", sottolineano le regioni.

Ecco perché i profughi che arrivano in Italia "dovranno fare quarantena e tamponi" per evitare il rischio "che si accendano focolai di contagio o arrivino varianti che non conosciamo". E un appello ai propri connazionali che arrivano in Italia ad aderire alla campagna vaccinale arriva anche dall'Associazione cristiana degli ucraini presenti nel nostro Paese. "E' per assicurare la sicurezza loro e del popolo italiano che li ospita", dice a LaPresse il presidente Oles Horodetskyy. "In Ucraina come in Italia - spiega - c'è una parte di popolazione che non ha voluto vaccinarsi ma molti hanno avuto il covid". Secondo Horodetskyy la colpa è "della chiesa ortodossa russa che ha fatto di tutto per ostacolare la vacccinazione" mentre la chiesa greco-cattolica "ha offerto la sua basilica per effettuare i vaccini" e pure la chiesa ortodossa ucraina si è espressa a favore. Numerosi infatti sono gli ucraini che si oppongono a vaccini e tamponi per motivi religiosi.

Ucraina, per i profughi non c'è solo il rischio Covid ma anche di altre malattie

Offrire ai profughi in arrivo dall'Ucraina in guerra con la Russia non solo la vaccinazione anti-Covid, ma anche le profilassi di routine perché esiste un rischio di "focolai epidemici di malattie prevenibili da vaccino nelle strutture deputate all'accoglienza": è una delle raccomandazioni contenute nella circolare con cui il ministero della Salute fornisce alle Asl le "prime indicazioni" in relazione "alla crisi in corso in Ucraina e in previsione dei conseguenti fenomeni migratori verso il nostro Paese".

Per quanto riguarda le vaccinazioni routinarie, dalle Direzioni generali Prevenzione sanitaria e Programmazione sanitaria del dicastero "si segnalano notevoli criticità dovute alle basse coperture vaccinali e al recente verificarsi di focolai epidemici, come l'epidemia di morbillo nel 2019 e il focolaio di polio iniziato nel 2021 e tutt'ora in corso nel Paese.

Tale situazione affonda le radici in anni di difficoltà organizzative e di approvvigionamento di vaccini, oltre che in una lunga storia di esitazione vaccinale nel paese, ampiamente diffusa sia nella popolazione generale che fra gli operatori sanitari. Oltre a rappresentare un ostacolo per l'adesione all'offerta vaccinale in fase di accoglienza - avverte dunque il ministero - questo può ulteriormente aumentare il rischio che si sviluppino focolai epidemici di malattie prevenibili da vaccino nelle strutture deputate all'accoglienza dei migranti, già favorito dalle precarie condizioni igienico-sanitarie associate alla crisi e al fenomeno migratorio stesso".

Per le vaccinazioni di routine, ricordano le Dg Prevenzione e Programmazione, "il calendario vaccinale ucraino prevede le seguenti vaccinazioni: epatite B; Tbc; difterite, tetano, pertosse; polio; Haemophilus influenzae B; morbillo, parotite, rosolia". Il ministero detta quindi le raccomandazioni per i minori fino al compimento dei 18 anni di età. "Soggetto mai vaccinato, con documentazione insufficiente e stato vaccinale incerto: è raccomandata l'offerta delle vaccinazioni previste, in rapporto all'età, secondo il calendario del Piano nazionale di prevenzione vaccinale; soggetto regolarmente vaccinato nel Paese di origine e con stato vaccinale adeguatamente documentato: è raccomandata l'offerta delle vaccinazioni previste, in rapporto all'età, secondo il calendario del Piano nazionale di prevenzione vaccinale, per l'eventuale completamento del ciclo vaccinale primario o i successivi richiami".

Quanto agli over 18, "per i soggetti adulti non vaccinati o con stato vaccinale incerto si raccomanda di offrire le seguenti vaccinazioni: difterite, tetano, pertosse; polio; morbillo, parotite, rosolia (eccetto donne in gravidanza); varicella (valutare); epatite B in caso di screening negativo (valutare)".

Indicazioni alle Asl, le norme per le regioni

La circolare del ministero della Salute fornisce alle Asl le "prime indicazioni" in relazione "alla crisi in corso in Ucraina e in previsione dei conseguenti fenomeni migratori verso il nostro Paese". Si raccomanda di "allertare le Aziende Sanitarie Locali ai fini della individuazione e della predisposizione di risorse necessarie all’esecuzione di test diagnostici - tamponi oro/rinofaringei antigenici e molecolari- per infezione da Sars-CoV-2 ed alla somministrazione di vaccini anti-Covid-19 ed altre vaccinazioni di routine per tale popolazione a rischio. Le Asl dovranno, inoltre, assicurare le necessarie attività di sorveglianza, prevenzione e profilassi vaccinale anche in relazione alle altre malattie infettive.

Si richiama l’attenzione in particolare alla precoce identificazione delle persone con esigenze particolari e specifiche vulnerabilità, si pensa ad esempio ai minori stranieri non accompagnati, alle donne in stato di gravidanza, ai nuclei familiari monoparentali". Per i cittadini che provengono dall'Ucraina, indipendentemente dalla cittadinanza, privi di digital Passenger Locator Form (PLF, in forma digitale o cartacea) o di certificazione verde Covid-19 ai sensi dell'Ordinanza del Ministro della salute del 22.02.22, le Asl territorialmente competenti provvederanno all’esecuzione dei test diagnostici nelle 48 ore dall'ingresso, laddove non avvenuta al momento dell’entrata nei confini nazionali. Tutti coloro che verranno individuati come casi o contatti di caso (esempio allo screening nei Punti di accoglienza) andranno gestiti secondo la normativa vigente adottando le misure di profilassi e tracciamento più idonee".

La copertura vaccinale per il covid-19 in Ucraina "si aggira intorno al 35% della popolazione, rappresentando una fra le più basse in Europa. I vaccini autorizzati in Ucraina corrispondono, per la maggior parte, a quelli autorizzati dall’EMA o equivalenti (Comirnaty, Covid-19 Vaccine Janssen, Covishield, Spikevax, Vaxzevria), a cui si aggiunge il vaccino Coronavac (Sinovac). Raccomandazioni Nell’ambito della presa in carico sanitaria, si raccomanda di offrire la vaccinazione anti Sars-CoV2/Covid-19, in accordo con le indicazioni del Piano nazionale di vaccinazione anti Sars-CoV-2, a tutti soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere vaccinati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione, comprensiva della dose di richiamo (booster) per i soggetti a partire dai 12 anni di età".

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