Renzi-Presta, il gip di Roma archivia l’indagine per finanziamento illecito

Il procedimento, che coinvolgeva anche il figlio del manager televisivo, verteva sui rapporti economici con l'ex premier

Di Redazione Cronache
Matteo Renzi (Instagram)
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Renzi-Presta, archiviate le indagini per finanziamento illecito

Si sono concluse con un'archiviazione le indagini della Procura di Roma su Matteo RenziLucio Presta e il figlio di quest'ultimo, Niccolò Presta, per finanziamento illecito ai partiti. La vicenda era legata ai bonifici fatti dal manager tv al politico per il documentario Firenze secondo me, in cui il leader di Italia Viva guidava gli spettatori alla scoperta della sua città, e che finirono nel 2019 in una relazione dell'antiriciclaggio della Unità investigativa finanziaria di Bankitalia

A dare notizia dell'archiviazione è stato, su Twitter, lo stesso Lucio Presta: "Desidero ringraziare la Procura di Roma che ha svolto le indagini che mi vedevano indagato con il senatore Matteo Renzi, conclusesi con l'archiviazione" ha scritto l'agente. E ha aggiunto: "Li ringrazio per aver avuto la professionalità e l'equilibrio che hanno garantito di salvaguardare la mia rispettabilità, la mia professionalità, la vita mia e quella di mio figlio Niccolò. Ringrazio i legali Cersosimo Lucarelli per il grande lavoro svolto".

 

Secondo quanto ricostruì il settimanale L’Espresso Renzi incassò 454.000 euro per Firenze secondo me mentre per il documentario, andato in onda per quattro serate sul canale Nove, la multinazionale Discovery aveva pagato 20.000 euro al medesimo Presta. Sempre L’Espresso aveva raccontato che i diritti versati dall’agente sarebbero serviti a Renzi per restituire il prestito di 700.000 euro ricevuto dalla madre dell’imprenditore Riccardo Maestrelli: quei soldi furono utilizzati per acquistare la villa sulle colline del capoluogo toscano. La vicenda della villa di Renzi non è mai stata oggetto dell’indagine romana, che è servita invece a capire se dietro i compensi versati all’ex presidente del Consiglio ci fosse un’ipotesi di finanziamento illecito.

Per questo la Guardia di Finanza aveva perquisito la sede dell’Arcobaleno Tre, società di cui il figlio di Presta era socio al 15%, la casa di Lucio Presta, quella del figlio e poi la casa e lo studio di una collaboratrice della Arcobaleno tre e pure quella di un dipendente della società. La Finanza aveva acquisito dunque tutti i contratti tra Renzi e Presta, contratti che prevedevano non solo il documentario su Firenze ma anche l’ideazione di altri due programmi. 

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