Soumahoro, la suocera: "Lavori in nero e senza permessi? Errori e leggerezze"

Maria Therese Mukamitsindo: "I fondi dallo Stato ci arrivavano anche dopo un anno e mezzo. Avrei dovuto licenziarli prima, non ho tenuto per me neanche 1 euro"

Aboubakar Soumahoro e la moglie Liliane Murekatete
Cronache

Soumahoro, compagna e suocera: "Dovevamo licenziarli prima"

Continua a far discutere il caso Soumahoro. Il deputato di Verdi-Sinistra Italiana è finito nella bufera per l'inchiesta sui mancati pagamenti e malsane condizioni nei centri della cooperativa gestita dalla suocera e dalla compagna del parlamentare. Qualche errore è stato fatto, ma - si legge su Repubblica - Maria Therese Mukamitsindo giura che non un euro di denaro pubblico sia finito nelle sue tasche o in quelle dei suoi familiari. "Tutto è stato speso per i rifugiati, cui ho dedicato 21 dei miei 68 anni. Tutto è rendicontato e posso provarlo". La signora, originaria del Ruanda, è presidente della coop Karibu, nata nel 2001 nell’Agro pontino, che dopo la Primavera araba gestiva 154 dipendenti per 600 posti letto, divisi in progetti Sprar e Cas. E per i quali riceveva dallo Stato fino a 10 milioni all’anno.

Accanto a lei, - prosegue Repubblica - la figlia Liliane Murekatete, 45 anni, compagna di Aboubakar Soumahoro. "Il mio errore è stato non licenziarli prima. Quando ci siamo accorti che gli anticipi dello Stato arrivavano troppo tardi avrei dovuto avere il coraggio di farlo, ma li conosco da vent’anni e ho preferito aspettare". Sulla questione della coop della famiglia del sindacalista Soumahoro che fa lavorare in nero e senza permesso di soggiorno. "Quel caso è stato gestito con troppa leggerezza, se l’avessi saputo non l’avrei permesso. Il mio compagno non ne era al corrente. La Karibu non è mia, contrariamente a quanto leggo sui giornali. Ci sono entrata alla fine del 2017 per dare una mano a mia madre con la riorganizzazione. Prima facevo la rappresentante della Presidenza del consiglio per l’Africa, con Prodi e Berlusconi".

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