Stragi 1992-93, la Dia indaga sull'estremista di destra Delle Chiaie

Accertamenti sui suoi spostamenti, un teste lo vide a Firenze prima dello scoppio, qualche indizio anche sulla sua presenza a Palermo negli attentati del 1992

Cronache

Stragi 1992-93, gli spostamenti sospetti e la "pista nera"

Si riapre a sorpresa un filone dell'inchiesta sulle stragi del 1992-1993. Quella serie di attentati particolarmente violenta, per le quali furono utilizzate anche autobombe. Sono in corso - si legge sul Fatto Quotidiano - degli accertamenti sugli spostamenti dell’estremista di destra Stefano Delle Chiaie, fondatore del movimento Avanguardia Nazionale. La Procura di Caltanissetta dopo la pubblicazione delle inchieste giornalistiche del Fatto e di Report nel giugno scorso ha delegato la Dia per capire cosa ci sia di vero nelle e dichiarazioni che localizzavano a Capaci l’estremista nero nei mesi precedenti la strage del 23 maggio 1992 nella quale furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta. Si cercano riscontri alle affermazioni rilasciate in via confidenziale, quindi anonima e senza possibilità di utilizzo processuale, ai Carabinieri già nell’ottobre 1992 da Maria Romeo, compagna del collaboratore di giustizia (deceduto) Alberto Lo Cicero e sorella di quel Domenico Romeo che conosceva bene Delle Chiaie al punto da accompagnarlo in Sicilia nel dicembre 1991.

La Dia - prosegue Il Fatto - però sta lavorando anche sulle stragi del 1993, delle quali ricorre tra poco il trentennale, per verificare la cosiddetta "pista nera", stavolta su delega dei pm di Firenze. I procuratori aggiunti di Firenze, Luca Turco e Luca Tescaroli, da alcuni anni indagano sulle stragi del 1993 a Firenze e Milano (10 morti) e sul duplice attentato alle basiliche di San Giorgio e San Giovanni, nonché contro Maurizio Costanzo e i carabinieri allo stadio Olimpico, a Roma. Dubbi anche sulla presenza di Delle Chiaie su un treno diretto a Firenze prima della strage, un teste dichiara di averlo visto e per la Procura la sua dichiarazione è attendibile. Da qui la riapertura di un caso mai risolto e le nuove indagini sulla "pista nera".

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