Bankitalia, per Panetta una montagna da scalare: ecco tutte le insidie

Meloni ha scelto la strada della continuità con il governo Draghi. Il banchiere nel board di Francoforte è tra i più ascoltati da Lagarde, ma in minoranza

di Redazione Economia
Panetta, Gentiloni e Lagarde. Foto Lapresse
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Bankitalia, tutte le sfide che attendono il governatore Panetta

Fabio Panetta sarà il prossimo governatore della Banca d'Italia, la decisione è stata ufficializzata ieri dal Consiglio dei Ministri, una scelta in continuità con la linea Draghi da parte della premier Meloni per sostituire l'uscente Ignazio Visco. Ma il suo compito - si legge su Repubblica - non sarà facile, le insidie che lo attendono sono molte: dall'aumento dei tassi in Ue, al Pnrr fino al Mes.

Senza contare la sua battaglia contro i colleghi falchi nel board della Bce e la sua storica lotta alle criptovalute. A Francoforte, lascerà una voragine. Ascoltatissimo da Christine Lagarde, continua a insistere da mesi perché la Bce non strangoli la crescita pur di accontentare la paura dei colleghi nordici dell'inflazione. Ma i falchi sono in prevalenza. E ignorano anche i segnali più evidenti che gli aumenti di tassi di interesse stanno strozzando la crescita e innervosendo i mercati. Peraltro, nei mesi scorsi è stato sempre Panetta il primo a diventare molto esplicito nei confronti delle aziende, quando la Bce ha cominciato a capire che parte dell’inflazione attuale è dovuta alla loro avidità: "Rischiamo una spirale profitti-prezzi".

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Panetta - prosegue Repubblica - porta avanti da anni una lotta alle criptovalute. Secondo il prossimo governatore, i bitcoin e simili se non regolamentati da una banca centrale, sono assimilabili a un colossale casinò. Ma uno dei suoi meriti da formidabile divulgatore, fu anche quello di smontare la tesi dei 5Stelle che vedevano nei bitcoin la salvezza del popolo depredato dagli Scrooge di Palazzo Koch. "C’è chi chiede di ridare la "moneta al popolo" togliendola alla Banca d’Italia", ridacchiò. Vorrei ricordare, affondò, che "la Banca d’Italia trasferisce i proventi derivanti dal signoraggio - molti miliardi ogni anno - allo Stato italiano. E quindi al popolo".

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