Big tech tra crisi e boom di licenziamenti: dopo Google e Meta, anche Spotify

Tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 tantissimi lavoratori sono stati lasciati a casa dalle grandi aziende del digitale

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Big tech, crisi e boom di licenziamenti: dopo Google e Meta, anche Spotify lascia a casa i dipendenti

Calo degli investimenti, riduzione degli introiti pubblicitari e licenziamenti; le grandi aziende del settore tech, in particolare quelle dei social network, stanno soffrendo, strette in una morsa che non sembra allentarsi. In particolare è stata la serie di licenziamenti negli ultimi mesi che ha acceso l’attenzione sulle condizioni di salute del settore. Ultima in ordine di tempo è la piattaforma di streaming musicale Spotify, che ha annunciato che ridurrà del 6% i suoi circa 9.800 dipendenti. "Nel tentativo di generare più efficienza, controllo dei costi e accelerare i processi decisionali, ho deciso di ristrutturare la nostra organizzazione" si legge in un messaggio del Ceo Daniel Ek. "Sono stato troppo ambizioso a investire oltre la nostra crescita dei ricavi. Sarebbe stato insostenibile nel lungo termine in qualsiasi circostanza, ma in questo contesto sfidante chiudere il gap sarebbe ancora più difficile"

Nella lista anche Alphabeth, la holding che controlla Google: secondo quanto riportato dal Corriere della Sera il gigante dell’hi tech ha annunciato il taglio di 12mila lavoratori, cioè circa il 6 per cento della forza lavoro, a livello globale. E anche Microsoft ha confermato nei giorni scorsi il taglio entro marzo di circa 10mila lavoratori, corrispondenti al 5% del totale; le due società vanno così ad allungare una già lunga lista di compagnie del settore che nei mesi scorsi hanno annunciato ridimensionamenti della forza lavoro. 

Tra gli annunci più recenti c’è quello di Salesforce, gruppo statunitense attivo nel settore del cloud computing con sede a San Francisco: poche settimane fa l’azienda ha comunicato il licenziamento di circa 8mila dipendenti, corrispondenti al 10% della propria forza lavoro. Particolarmente serie, poi, sono state le decisioni di due delle più note aziende tech: Twitter ha infatti annunciato il licenziamento di metà dei suoi dipendenti, salvo poi tornare sui propri passi e richiamarne alcuni. E Meta non è da meno: la società che possiede Facebook e Instagram, infatti, nei mesi scorsi ha annunciato il licenziamento di 11mila dipendenti, in quello che è il taglio della forza lavoro maggiore nei suoi 18 anni di storia. Tra le aziende ad aver annunciato tagli del personale nei mesi scorsi c’è anche Amazon, che ha lasciato a casa circa 18mila dipendenti sugli 1,5 milioni a livello globale.

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