Borsa/ Leonardo, banche a prezzo di saldo, energia: come investire post-guerra

Con l'aumento della spesa militare nell'Ue, i titoli della difesa continueranno a correre. I bancari si riprenderanno grazie alle scommesse sulla ripresa

di Marco Scotti
Economia
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Il portafoglio giusto per il post-guerra: che cosa succederà nei prossimi mesi?

Prima di tutto vogliamo essere ottimisti: la guerra tra Russia e Ucraina potrebbe e dovrebbe risolversi già nelle prossime settimane, completando il folle disegno di Putin per quel 9 maggio che sembra essergli tanto caro. Tutto come prima, poi? Nemmeno per idea.

L’intemerata dello Zar segna un punto di non ritorno nei rapporti tra Occidente e Oriente – con la Cina che ha scelto da che parte stare ma che proverà fino all’ultimo a giocare il ruolo di “guardiano” di Putin, garante della sua inoffensività in cambio della riduzione dell’ex agente del Kgb a vassallo di Pechino – e anche sul mercato azionario.


 

In queste settimane le borse continentali sono tornate su livelli di capitalizzazione simili a quelli che hanno preceduto l’attacco russo all’Ucraina. Ma non per tutti è andata allo stesso modo: ad esempio, Leonardo ha guadagnato oltre il 40% dal 24 febbraio in poi, complice il ritorno prepotente nell’agenda di governo dell’innalzamento delle spese militari.

D’altro canto, invece, le banche continuano a soffrire: Unicredit ha perso oltre il 30% della sua capitalizzazione dal 24 febbraio a oggi ed è assai lontana dai massimi raggiunti a inizio gennaio (era a oltre 15 euro, oggi è a poco più di 10 per azione). Stabili, inoltre, le aziende del comparto petrolifero, che hanno vissuto una fiammata ma che ora sembrano aver ritrovato una loro stabilità.

Dunque che fare? La prudenza, mai come in questo momento, deve essere d’obbligo. Perché gli scenari possono essere molteplici a seconda di quello che succederà. Prendiamo ad esempio i titoli relativi al mondo della difesa. Continueranno inevitabilmente a correre, perché l’Italia dovrebbe destinare – salvo sorprese al momento impreviste – il 2% del Pil alla spesa militare e si doterà di tecnologie varie.

Leonardo, da questo punto di vista, potrebbe beneficiare di una maggiore spinta. Tant’è che l’ultimo rating ricevuto, da Exane il 21 marzo, parla di outperform e target price a 10,7 euro (ora siamo a 9,15). Mediobanca, ad esempio, è passata da un prezzo obiettivo di 6.9 euro (il 16 febbraio) a uno di 10 quattro settimane più tardi.

Discorso inverso può applicarsi alle banche. Unicredit, ad esempio, è passata – pur con rating “buy” per Jefferies – da un target price di 20 euro per azione il 24 febbraio a uno di 15 il 21 marzo. Nello stesso arco temporale, sempre Jefferies ha fissato per Intesa Sanpaolo prima un prezzo di 3 euro, poi uno di 2,35.

(Segue...)

Insomma, il mondo degli istituti di credito potrebbe dover attendere ancora qualche settimana prima di ritrovare equilibrio. Per chi avesse voglia di assumersi un piccolo extra-rischio, questo potrebbe essere il momento di acquistare azioni degli istituti di credito, confidando in una ripresa in tempi ragionevoli.

Infine c’è da capire che cosa fare con i titoli petroliferi. Nella giornata di oggi il prezzo del barile di petrolio ha ripreso a salire, dopo che Mosca ha voluto raffreddare gli entusiasmi sulle trattative con l’Ucraina. Siamo ancora lontani dai picchi della scorsa settimana, ma è certo un segnale che va colto. Così come il gas: fare previsioni sul prossimo inverno è esercizio da maghi, ma intanto il fatto che in Nord Europa si preannunci un inizio di primavera più rigido del previsto ha fatto scattare l’allarme in Germania e Austria, con conseguente rincaro dei prezzi. Fenomeno passeggero?

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