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Politica
Aumento spese militari, "la Lega è al fianco di Draghi". Intervista
 Matteo Salvini

Parla Roberto Paolo Ferrari, capogruppo della Lega in Commissione Difesa alla Camera e responsabile Difesa del Carroccio


"Sugli investimenti al settore della Difesa sosteniamo la linea del governo e del presidente Draghi, va tolto e smontato completamente il paradigma che un aumento delle spese militari vuol dire inviare più armi all'Ucraina, tema sul quale abbiamo diverse perplessità. Non è affatto così". Roberto Paolo Ferrari, capogruppo della Lega in Commissione Difesa alla Camera e responsabile Difesa del Carroccio, spiega ad Affaritaliani.it la posizione del partito guidato da Matteo Salvini sul tema che sta dividendo la maggioranza e in particolare il Movimento 5 Stelle e Palazzo Chigi. "Va ricordato che l'aumento delle spese per il settore della Difesa vuol dire anche sicurezza interna, oltre che difesa da attacchi esterni. L'Italia è vulnerabile su molti fronti".

L'aumento al 2% del Pil, sottolinea Ferrari, "è stato deciso nel 2006, confermato nel 2014 e dovrebbe completarsi nel 2024. Sono impegni assunti con i partner dell'alleanza atlantica e la Lega è al fianco del premier Draghi nel rispetto di questi impegni. Faccio notare che il 28,1% della spesa del settore della Difesa è destinata all'Arma dei carabinieri, quindi alla sicurezza dei nostri cittadini. La ricaduta sarà positiva anche per l'Arma e per la difesa dell'ordine pubblico. Non solo, un altro elemento del comparto sicurezza riguarda la parte cibernetica. Occorre investire molto per garantire che non ci saranno attacchi come quello alle Ferrovie e che potrebbero accadere anche ad altri sistemi come le reti energetiche o il sistema bancario o il controllo aereo".

"Altra cosa - sottolinea il responsabile Difesa della Lega - sono le perplessità che abbiamo ribadito e che confermo sull'invio di armi all'Ucraina. L'Italia è sempre stata un ponte tra l'alleanza atlantica e la Federazione Russa, come dimostrano gli accordi di Pratica di Mare di 20 anni fa. La guerra e tutto ciò che è successo dal 24 febbraio ha compromesso il ruolo dell'Italia e per questo sono nate le perplessità della Lega sull'invio di armi a Kiev. Solo il Copasir, e nemmeno il Parlamento, sa esattamente quali e quanti armamenti sono stati mandati all'Ucraina", conclude.

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