Fmi all'Italia: "Attuare il Pnrr e fare un piano per la riduzione del debito"

Il Fondo Monetario Internazionale suggerisce all'Italia di puntare sulle politiche di bilancio per stimolare le prospettive di crescita economica

di Redazione Economia
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Il Fondo Monetario Intenazionale richiama l'Italia: "Attuazione del Pnnr piena e tempestiva"

Secondo il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) l'economia italiana crescerà dell’1,1% nel 2023 e nel 2024. Sono queste le previsioni contenute nella nota diffusa al termine dei colloqui tra gli economisti del Fondo e le autorità economico-finanziarie italiane. Questo lo si deve a un quadro macro-economico del Belpaese in buono stato, e in particolare "all’abile gestione delle forniture di gas nel 2022 da parte delle autorità e al sostegno del welfare fornito in risposta allo shock dei prezzi dell’energia".

Tuttavia, pur prevedendo una crescita del Pil di oltre un punto percentuale, il Fondo prevede che anche nel 2023 "l’inflazione rimarrà problematica e gli alti tassi di interesse manterranno elevati i rischi del settore finanziario". Quindi per proteggere le finanze pubbliche da eventuali shock dell’economia l’Fmi suggerisce una soluzione: le politiche di bilancio. "Dato l’elevato debito pubblico e le più stringenti condizioni finanziarie, risparmiare le entrate inaspettate dall’inflazione e dalle modifiche contabili è consigliabile. Un credibile piano di riduzione del debito di medio termine mitigherebbe ulteriormente i rischi legati al debito", si legge nella relazione.

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Inoltre, "la piena e tempestiva attuazione del Pnrr dell'Italia è necessaria per aumentare la produttività e stimolare la crescita potenziale" in Italia. In questo modo, l’Italia potrà affrontare la meglio "le molteplici sfide dell’invecchiamento della popolazione, il cambiamento climatico, la sicurezza energetica e la frammentazione globale". In generale, lo scenario dipinto dall’Fmi per l’economia italiana sembra suggerire che i rischi sono dietro l’angolo: "Sebbene siano possibili sorprese positive nel breve termine, i rischi al ribasso dominano le prospettive di crescita". Per questo gli economisti invitano ad "aumentare ulteriormente l’efficienza della spesa pubblica", varare "riforme a sostegno della crescita" e "ancorare la politica di bilancio".

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