Guerra Russia-Ucraina: per le banche crescono i ricavi, ma calano i capitali

La speranza è che in loro soccorso arrivi la Banca centrale europea e l’atteso aumento dei tassi d’interesse

di Marco Scotti
Economia
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Banche al bivio: crescono i ricavi per l’aumento dei tassi, ma calano le capitalizzazioni

È uno degli effetti più evidenti della guerra tra Russia e Ucraina sulle borse. A pagare il prezzo più alto in termini di capitalizzazione sono stati gli istituti di credito, specie quelli che hanno sedi e attività a Mosca. Secondo gli specialisti di Swisscanto Invest, però c’è un trend positivo che può in qualche modo compensare il brusco stop al rialzo delle azioni bancarie: l’incremento dei tassi d’interesse e il conseguente aumento dei margini.

Il 2022 è un anno davvero difficile da leggere. All’inizio dell’anno, mentre i mercati iniziavano a scontare una diffusa sfiducia verso il futuro prossimo, le banche hanno beneficiato di un percorso di crescita notevole, grazie alla convinzione che, per arginare l’inflazione, si sarebbero toccati i tassi d’interesse. Cosa che è già avvenuta negli Usa e che invece in Europa dovrebbe iniziare a verificarsi nei prossimi mesi, seppur con maggiore cautela dopo l’inizio dell’invasione russa.

Poi però le truppe di Putin hanno cambiato drasticamente lo scenario: i mercati hanno continuato a scendere, ma questa volta a pagare il prezzo maggiore sono state proprio le banche a causa di un incremento del rischio di credito e per la paura che la guerra potesse cambiare le condizioni macroeconomiche globali. Per intenderci: Intesa Sanpaolo e Banco Bpm, rispettivamente prima e terza banca in Italia per capitalizzazione, hanno perso negli ultimi 30 giorni oltre il 20% della loro capitalizzazione. Unicredit, che ha un’esposizione maggiore in Russia, addirittura il 33%.

La speranza per le banche, dunque, è che in loro soccorso arrivi la Bce e l’atteso aumento dei tassi d’interesse. Perché? Come ricordano da Swisscanto, l’effetto sui singoli istituti di credito dipende da strutture di scadenza disuguali tra i depositi e i crediti. A seconda della struttura dei portafogli di credito e titoli (attivi) e del lato finanziario (passivi), la pratica mostra tuttavia effetti fortemente diversi delle variazioni dei tassi di interesse sui margini di interesse o sul reddito netto da interessi

Anche le condizioni dei contratti di credito (con tassi di interesse variabili o fissi per un determinato periodo di tempo) e l'adeguamento meno marcato dei tassi per i depositi dei clienti (rifinanziamento), vantaggioso per le banche, possono svolgere un ruolo decisivo in caso di aumenti dei tassi di interesse. Gli effetti dei tassi di interesse nel corso del tempo si caratterizzano in modo diverso in funzione dello scaglionamento delle scadenze. 

Per quanto riguarda le ricadute sull’economia reale, un incremento dei tassi d’interesse ha un riverbero anche sulle aziende e le famiglie: un costo più elevato del denaro significa una più severa valutazione del rischio di credito e un incremento dei tassi. Scordiamoci, quindi, la richiesta di decimi di punto percentuale per mutui a tasso fisso della durata di 20 o più anni. Si tornerà rapidamente a richieste più vicine a quelle del passato.

 

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