I Paesi Opec aumentano la produzione di petrolio, ma il prezzo corre ancora
Gli stati membro dell’organizzazione, compresa la Russia, immetteranno quasi 650mila barili al giorno in più, un aumento dell 50% rispetto alle previsioni
I Paesi Opec aumentano la produzione di petrolio
Basterà questa mossa ad abbassare il costo del petrolio? I Paesi dell’Opec hanno deciso oggi 2 giugno di procedere con l’aumento della immissione di greggio sul mercato, con un incremento di 648mila barili al giorno sia a luglio che ad agosto. Si tratta di un incremento superiore del 50% rispetto a quanto deciso nei giorni scorsi, quando ci si era fermati a un aumento di 432mila barili al giorno.
La richiesta dei Paesi occidentali, infatti, era di un incremento notevole della produzione per abbassare i prezzi dei carburanti. In Italia, ad esempio, senza l’intervento del governo oggi la super sarebbe venduta al distributore a oltre 2,2 euro per litro. I pescherecci sono fermi per sciopero perché il gasolio, arrivato a 1,2 euro al litro per i settori commerciali, rappresenta un ostacolo a qualsiasi redditività per loro, tanto che iniziano a vedersi nei mercati orate, pangasi e seppie provenienti da Paesi extra-Ue.
Il “merito” dell’accordo sull’incremento della produzione va dato all’Arabia Saudita che ha dato il suo benestare a un aumento di 600mila barili al giorno per fare fronte alla minore produzione della Russia, scesa di un milione di barili al giorno dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. La domanda che tutti si pongono è: i mercati come reagiranno all’aumento della produzione? Al momento, chi si aspettava un crollo degli indici Brent e Wti è rimasto deluso, con entrambi i listini che rimangono stabilmente sopra i 116 dollari per barile. Né si è registrato un calo significativo dei titoli del segmento “oil”. Segno evidente che il ban al petrolio russo, che pure entrerà in vigore tra sei mesi, convince gli investitori che gli stock complessivi saranno in calo e che l’oro nero varrà sempre di più.