Inflazione al top da 30 anni: a marzo vola al 6,7%. Riparte l'occupazione
L'inflazione accelera per il nono mese consecutivo, raggiungendo un livello che non si registrava da luglio 1991
Lavoro: rispetto a gennaio, si contano 81 mila occupati in più e il tasso di occupazione sale al 59,6%
A marzo, secondo le stime preliminari dell'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell'1,2% su base mensile e del 6,7% su base annua (da +5,7% del mese precedente). L'inflazione accelera per il nono mese consecutivo, raggiungendo un livello che non si registrava da luglio 1991.
Anche questo mese sono i prezzi dei beni energetici non regolamentati a sostenere l'ulteriore ascesa (la cui crescita passa da +45,9% di febbraio a +52,9%), in particolare quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +38,7%) e, in misura minore, è dovuta ai prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da +3,1% a +4,0%) sia non lavorati (da +6,9% a +8,0%) e a quelli dei Beni durevoli (da +1,2% a +1,9%); i prezzi dei beni energetici regolamentati continuano a essere quasi doppi di quelli registrati nello stesso mese dello scorso anno (+94,6%, come a febbraio).
I servizi relativi ai trasporti, invece, registrano un rallentamento (da +1,4% a +1,0%). L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,7% a +2,0% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,1% a +2,5%. Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +8,6% a +10,2%), mentre quelli dei servizi rimangono stabili (+1,8%%); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -6,8 punti percentuali di febbraio a -8,4).
Accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +4,1% a +5,0%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +5,3% a +6,9%). L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+8,9%) e in misura minore dei beni alimentari lavorati (+1,0%), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei beni durevoli (+0,7%) e degli alimentari non lavorati (+0,6%).
L'inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,3% per l'indice generale e a +1,6% per la componente di fondo. Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,6% su base mensile, prevalentemente per effetto della fine dei saldi invernali, di cui il NIC non tiene conto, e del 7,0% su base annua (da +6,2% di febbraio).
Dopo due mesi di sostanziale stabilità, a febbraio 2022 l’occupazione torna ad aumentare, riprendendo il trend in crescita che aveva caratterizzato il 2021 (con le uniche eccezioni dei mesi di gennaio, agosto e ottobre).
Rispetto a gennaio, si contano 81 mila occupati in più e il tasso di occupazione sale al 59,6% (+0,3%). Confrontando il trimestre dicembre 2021-febbraio 2022 con quello precedente (settembre-novembre 2021), il livello di occupazione è più elevato dello 0,4%, per un totale di 100mila occupati in più. Su base annua, gli occupati aumentano invece di 777 mila unità e il tasso di occupazione aumenta di 2,6 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione cala all'8,5%.
A febbraio, rileva l'Istat, l’aumento dell’occupazione (+0,4%, pari a +81mila) coinvolge uomini, donne, dipendenti a termine, autonomi e under50; calano i dipendenti permanenti. Cala il numero di persone in cerca di lavoro (-1,4%, pari a -30mila unità rispetto a gennaio) tra gli uomini e per tutte le classi d’età, con l’unica eccezione dei 25-34enni. Il tasso di disoccupazione che si attesta all’8,5%, è al 24,2% tra i giovani (-0,6 punti). Il calo del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,6%, pari a -79mila unità), trasversale rispetto al genere, si registra tra i 25-49enni. Il tasso di inattività scende al 34,8% (-0,2 punti).
Confrontando il trimestre dicembre 2021-febbraio 2022 con quello precedente (settembre-novembre 2021), il livello di occupazione è più elevato dello 0,4%, per un totale di 100mila occupati in più. La crescita dell’occupazione registrata nel confronto trimestrale si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4,3%, pari a -98mila unità) e degli inattivi (-0,7%, pari a -87mila unità). Rispetto a febbraio 2021, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-15,0%, pari a -375mila unità), sia l’ammontare degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-5,3%, pari a -723mila). Facendo un confronto invece con i livelli pre-pandemia (febbraio 2020), il tasso di occupazione, pari al 59,6%, è superiore di 0,6 punti (record dall’inizio delle serie storiche), quello di disoccupazione è sceso dal 9,6% all’8,5% e il tasso di inattività, al 34,8%, è più elevato di 0,2 punti.
Sempre a febbraio, su base mensile, tra gli uomini l’aumento dell’occupazione e la diminuzione della disoccupazione sono della stessa intensità (0,3 punti) e si associano al calo dell’inattività (0,2 punti); occupazione in crescita (0,2 punti) e diminuzione dell’inattività (-0,3 punti) si registrano anche tra le donne che vedono aumentare la disoccupazione (0,1 punti). Su base annua, l’occupazione aumenta per entrambi i generi (2,9 punti per gli uomini e 2,3 per le donne), così come per entrambi diminuiscono disoccupazione (2,0 e 1,3 punti) e inattività (1,5 e 1,8 punti). Infine, sempre a febbraio la crescita congiunturale degli occupati è il risultato dell’aumento dei dipendenti a termine (+4,4%) e degli autonomi (+1,1%) e della diminuzione dei permanenti (-0,7%). Nell’arco dei dodici mesi l’occupazione risulta in crescita grazie ai dipendenti permanenti (+0,8%) e soprattutto a termine (+18,9%); l’aumento si registra anche per gli autonomi (+3,3%).