Mediolanum, Oscar di Montigny fa un passo indietro. E il futuro della banca...

Si guarda a possibilità di aggregazione in ottica wealth management. Mediobanca potrebbe essere interessata all'acquisizione. In alternativa...

Economia

Mediolanum, Oscar di Montigny lascia gli incarichi nel gruppo


 

Il suo profilo LinkedIn recita semplicemente e laconicamente “executive”, dirigente. Ma per chi era abituato a mirabolanti job description, forse è un po’ pochino. Il protagonista di questo piccolo giallo è Oscar Di Montigny il quale fino a marzo di quest’anno figurava come Chief Innovability & Value Strategy Officer di Banca Mediolanum. Non solo: sempre a marzo ha abbandonato anche l’incarico di presidente di Flowe - la B-Corp del gruppo fondato da Ennio Doris che si occupa di sistemi di pagamento – e di fondatore di Mediolanum Corporate University. 

Oscar di Montigny, oltre ad aver ricoperto incarichi di primissimo piano nel Gruppo, è anche marito di Annalisa Sara Doris, figlia di Ennio e sorella di Massimo. Fonti bene informate asseriscono che il manager – che a un certo punto sembrava poter essere il candidato del centro-destra alle elezioni comunali a Milano – non ha al momento una mansione nel gruppo ma è a disposizione. Qualcuno parla addirittura di frizioni con la famiglia.

 

Il futuro di Mediolanum

Intanto tiene banco anche il futuro dell’istituto fondato da Ennio Doris. Banca Mediolanum ha chiuso il trimestre con un utile di 178 milioni di euro, in aumento del 59%. Merito dell’aumento dei tassi, certo, ma anche di un incremento delle masse gestite che supera i 100 miliardi. Proprio intorno al wealth management, però, si gioca il futuro dell’azienda con sede a Basiglio. Non è un mistero che si stia cercando di consolidare un settore – quello del risparmio gestito - che garantisce, indipendentemente dai rialzi dei tassi, i migliori rendimenti.

Gli asset under management in Italia è vero che sono calati di oltre il 4% nel 2022, ma ammontano a circa 974 miliardi di euro, metà del pil nostrano. Per questo chi riesce ad accaparrarsi la fetta più consistente ottiene un notevole “boost” per quanto concerne le commissioni. Da qui l’idea di creare un grande polo italiano del wealth management che possa avere come artefice Mediobanca.

Il piano di Nagel è chiaro: bisogna potenziare il wealth management, mentre l’incremento dei tassi ha portato all’aumento dei margini anche per Compass. Chi potrebbe essere il target adatto per Piazzetta Cuccia? Eliminato Fineco che ormai vale troppo, anche se ha perso negli ultimi mesi, potrebbe tornare nel mirino Banca Generali, che ha chiuso il bilancio con utili in calo. Si vedrà, insomma. Ma Alberto Nagel può brindare a un nuovo successo, un’ulteriore cartuccia al suo arsenale in vista del rinnovo dei vertici della banca che arriverà in autunno.

L’alternativa è appunto Mediolanum, che, tramite la famiglia Doris, detiene una quota del 3,4% di Piazzetta Cuccia e che fa parte di un patto di consultazione che raggruppa circa il 10,9% del capitale azionario. L’alternativa è guardare ancora a Banca Generali, che in Borsa vale il 40% in meno di Mediolanum e che potrebbe quindi essere un target interessante per aumentare la massa critica. Philippe Donnet nelle scorse settimane ha definito l’istituto guidato da Gianmaria Mossa come strategico. Ma sarà davvero così?

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