Rdc, Garavaglia: "Lasciarlo se si accetta lavoro stagionale"

Il reddito di cittadinanza ai lavoratori stagionali con un lavoro va lasciato: la proposta del ministro del Turismo Garavaglia per "salvare" il settore

(La Presse) 
Economia
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Carenza di personale e turismo ko, il reddito di cittadinanza va dato anche agli stagionali che accettano un lavoro 

Chi accetta un lavoro stagionale potrà godere di una parte del reddito di cittadinanza: questa è la "soluzione" allo studio dei ministeri del Turismo, del Lavoro e dell'Economia per contrastare la carenza di manodopera nel settore dell'accoglienza, in sofferenza di oltre 300mila lavoratori.

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"Quando piove apro l'ombrello. La carenza di manodopera stagionale è talmente accentuata che, pur di averla, sono pronto a valutare ogni ipotesi", dice in un'intervista al Messaggero il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. La carenza di stagionali rallenta la ripartenza del turismo "in modo pesante. Se, dopo due anni di blocco più o meno totale, gli operatori alberghieri e della ristorazione devono chiudere le stanze o non accettare prenotazioni ai tavoli per mancanza di personale, vuol dire che il fenomeno è più diffuso di quel che si pensi".

Redditto di cittadinanza anche agli stagionali e il rischio di creare ingiustizie 

Lasciare il 50 per cento del reddito di cittadinanza a chi accetta un lavoro stagionale rischia però di creare delle ingiustizie a scapito di chi non lo prende perchè ha già accettato un lavoro: "Questo governo nasce sulla scia del pragmatismo. Per queste ragioni forze politiche tradizionalmente su fronti opposti si devono ritrovare su un'azione comune".

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Però non è giusto che l'ombrello si apra solo per una parte dei cittadini: "La carenza di manodopera stagionale è talmente accentuata che, pur di averla, sono pronto a valutare ogni ipotesi. Abbiamo una evidente distorsione del mercato del lavoro. In parte prodotta dal reddito di cittadinanza. Ma anche altri strumenti come la Naspi incidono. Registriamo il 9 per cento di disoccupazione, eppure le aziende non riescono a trovare 1,3 milioni di operatori. Di questi circa 300 mila nel settore del turismo".

Dunque "non importa il giudizio di valore sul reddito di cittadinanza, il pragmatismo ci impone di fare scelte necessarie per favorire l'incontro fra domanda e offerta di lavoro. Proviamo a trovare soluzioni concrete a problemi reali", ha rimarca Garavaglia.

Concessioni balneari, Garavaglia: "Il settore vive da troppi anni con l'atteggiamento di rinviare il problema pur di non affrontarlo"

Poi l'attenzione si sposta sul capitolo balneari. L'applicazione della direttiva Bolkestein, che ha trovato ampio spazio nell'ultimo provvedimento sulla concorrenza, spaventa per la rigidità che ha prevalso nel testo finale. Per favorire la concorrenza e far contenta l'Europa si rischia di mettere in ginocchio un settore importante come quello dei balneari: "Questo è un luogo comune. Non ce lo chiede l'Europa, ce lo chiede il Consiglio di Stato. Se non fossimo intervenuti con l'emendamento condiviso con il Parlamento, ci saremmo trovati questa estate in una situazione in cui qualche giudice poteva pignorare o sequestrare questo o quello stabilimento. La sentenza del Consiglio di Stato impone l'evidenza pubblica per le concessioni balneari a partire dal 31 dicembre 2023".

"Ora, aggiunge il ministro, con l'emendamento al ddl Concorrenza, definiamo una serie di paletti e regole in un settore che, confessiamolo, vive da troppi anni con l'atteggiamento di rinviare il problema pur di non affrontarlo. La tecnica del calcio alla lattina non vale più". 

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Poi spiega cosa succederà alle imprese balneari adesso: "Anzitutto, immagino che gli operatori si stiano godendo la stagione. Dalle indicazioni che abbiamo ricevuto emerge che il tasso di prenotazioni degli hotel e' salito nel primo weekend di giugno al 42 per cento, ben dieci punti sopra rispetto ai nostri concorrenti greci, spagnoli o francesi. Il livello di saturazione dello stesso periodo del 2019 era al 39,7 per cento. Oggi per le localita' marine e' al 41,3. Insomma, ci aspetta una stagione sui livelli del 2019, se non migliore".

Tornando ai balneari: "Nel 2023 partiranno le gare. Ma attenzione. Le aziende familiari, che mi risulta siano il 75 per cento, avranno un trattamento particolare, com'e' giusto che sia. E quei pochi che perderanno la concessione, verranno adeguatamente indennizzati". "I criteri, continua il ministro, saranno definiti con provvedimenti che il governo varerà entro fine anno. Terranno conto dell'avviamento per la parte immateriale e degli investimenti fatti. Nonchè della consistenza del valore per la parte materiale".

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