Superbonus, stop alle cessioni dei crediti: ecco che cosa cambia

Il governo Meloni sceglie di rompere gli indugi sul Superbonus 110% e approva il decreto che blinda l'agevolazione: sì ai lavori, ma senza più sconti

di Redazione Economia
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Superbonus, dal governo stop alle cessioni dei crediti: ecco come salta lo sconto in fattura 

L'ennesima “tempesta perfetta” si abbatte sul Superbonus. L'agevolazione introdotta nel 2020, che permette di usufruire di una detrazione fiscale per i  lavori edilizi legati all'efficientamento energetico o alla ristrutturazione di immobili, sembra giunta al capolinea. Il governo ha infatti deciso di “chiudere i rubinetti”, approvando in Consiglio dei ministri (e già approdato in Gazzetta Ufficiale), il decreto che ha sancito lo stop allo sconto in fattura e a tutte le cessioni dei crediti d'imposta relativi ai bonus edilizi, a partire appunto dal superbonus al 110%. Il decreto riguarda la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica e superbonus 110%, misure anti sisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche.

Il via libera al decreto cambia quindi l'assetto della cessione dei crediti e dello sconto in fattura (ma non per tutti): il governo Meloni ha infatti precisato che chi ha già iniziato i lavori o comunicato la Cila (la Comunciazione di inizio lavoro Asseverata) potrà ancora applicare le vecchie regole per liquidare il bonus, per gli altri invece resta solo la strada della detrazione d'imposta. Questo significa che i bonus edilizi (superbonus, ecobonus, bonus facciate, sisma bonus), non sono spariti, bensì sono rimasti "accessibili" soltanto in un'unica versione.

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Superbonus 110%, ecco i principali cambiamenti

1- Stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito 

Da oggi per gli interventi legati ai bonus edilizi non potranno più essere utilizzate le opzioni dello sconto in fattura e della cessione del credito al posto della detrazione, ad eccezione di quelli per cui sia già stata presentata la Cila. Salta quindi la possibilità di cedere i crediti relativi a: spese per interventi di riqualificazione energetica e di interventi di ristrutturazione importante di primo livello (prestazione energetica) per le parti comuni degli edifici condominiali, con un importo dei lavori pari o superiore a 200.000 euro; spese per interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3, mediante demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile.

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2- Stop all'acquisto di crediti da parte della Pubblica Amministrazione

Comuni, province, Regioni e tutti gli enti della pubblica amministrazione non potranno essere cessionari dei crediti di imposta derivanti da interventi edilizi.

3-Niente più responsabilità in solido per il fornitore dello sconto

Si esclude il concorso nella violazione, e quindi la responsabilità in solido, per il fornitore che ha applicato lo sconto e per i cessionari che hanno acquisito il credito e che siano in possesso della documentazione che dimostra l’effettività delle opere realizzate, ferme restando le ipotesi di dolo. Viene quindi escluso che questi soggetti abbiano avuto una condotta negligente quando abbiano acquisito una serie di documenti, tra cui fatture e ricevute, titoli edilizi abilitativi, notifica alla Asl, visure catastali, visti di conformità, asseverazioni. L’esclusione vale anche per i correntisti, che comprano dalle banche o da altra società appartenenti al gruppo bancario, facendosi rilasciare un’attestazione di possesso di tutta la documentazione. Il solo mancato possesso della documentazione non costituisce causa di responsabilità solidale per dolo o colpa grave del cessionario, il quale può fornire con ogni mezzo prova della propria diligenza o non gravità della negligenza.

Superbonus, Brancaccio (Ance): "Così rischia di scoppiare una bomba sociale ed economica" 

Immediato è stato il grido di allarme da parte dell'Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili). ''Il grande allarme non è di oggi o di ieri, ma è qualche mese che noi lanciamo gridi d'allarme sul problema dei crediti incagliati e quindi di tutto quello che in corso, che mettono a rischi fallimento imprese e crea molti problemi alle famiglie", ha sottolineato il presidente Federica Brancaccio, in occasione della trasmissione di La7 "Cofee Break". "Il decreto di ieri sera, più veloce della storia, portato in Consiglio dei ministri alle ore 16 e approvato alle 19 e già pubblicato, è l'ennesimo cambio in corsa di regole, ma blocca il futuro e fin qui non possiamo dire che non ce lo aspettavamo, sapevamo che andavano riscritte le regole , per il futuro, ma impedisce alle Regioni che si stavano muovendo per dare un aiuto alle imprese e alle famiglie che non riuscivano a monetizzare i crediti. Blocca l'attività delle regioni per l'acquisto di questi crediti e non dà una soluzione", ha continuato Brancaccio. 

''Ora se le regioni erano arrivate a decidere di risolvere il problema è perché non si stava risolvendo a livello di governo a livello centrale", ha aggiunto Brancaccio. "Noi chiediamo l'apertura del ministro Giorgetti, che ha detto in conferenza stampa ci incontrerà immediatamente, già lunedì. Apertura assolutamente necessaria altrimenti veramente scoppia una bomba sociale ed economica. Vedremo gli spazi che si aprono, ma vogliamo intervenire sugli interventi in corso. Per il futuro andrà fatta una riforma strutturale e di lungo periodo del settore degli incentivi fiscali in edilizia. L'emergenza è non far fallire le imprese, circa 20 mila sono a rischio fallimento. Questo significa disoccupazione e lavori lasciati a metà. Quindi un boomerang sui privati, sui condomini, ma fondamentalmente è la fiducia tra il cittadino e lo Stato e il governo che da troppi anni sta venendo meno'', ha concluso il presidente Ance. 

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Superbonus, Fillea Cgil: "Attacco alle imprese senza precedenti, pronti allo sciopero generale"

Sulla stessa scia anche sindacati e categorie di rappresentanza. Per il segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi il blocco della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per il superbonus, insieme al depotenziamento dell’obbligo di applicazione dei contratti negli appalti pubblici “è un attacco del governo senza precedenti alle imprese più serie, ai lavoratori del settore e alle famiglie più in difficoltà”.

"A questo punto, se il governo non cambierà posizione tornando sui propri passi e aprendo anche un tavolo di confronto con le organizzazioni dei lavoratori, come Fillea Cgil metteremo in campo tutte le necessarie azioni di mobilitazione, compreso lo sciopero generale di tutta la filiera delle costruzioni”, ha annunciato Genovesi in una nota.

Superbonus, Conte: "Colpo letale all'edilizia, da governo tradimento a orologeria"

Levata di scudi anche da parte del mondo politico, con il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte in prima linea. Con l'affossamento del superbonus viene dato "un colpo letale all'edilizia, si gioca sulla pelle di lavoratori e famiglie e si prendono in giro gli italiani, considerando le promesse elettorali del centrodestra", ha dichiarato il grillino. Per il presidente del M5S siamo di fronte a un "tradimento a orologeria, confezionato non a caso un minuto dopo le elezioni regionali". E al ministro dell'Economia Giorgetti, secondo il quale l'intervento del governo era necessario per risolvere il "bubbone" dei crediti, Conte replica: "Quello che chiamano bubbone è un Pil cresciuto nel 2021 del +6,7% e nel 2022 del +3,9%, numeri che in Italia non si vedevano da 35 anni. Su queste performance, secondo autorevoli osservatori, dal Centro studi di Confindustria al Cresme, Superbonus e Pnrr hanno avuto un impatto fondamentale. Il superbonus, come confermato da Censis e Nomisma, ha inoltre permesso la creazione di 900mila posti di lavoro e un risparmio di 979mila tonnellate di CO2".

Superbonus, Fdi: "Decisioni del governo necessarie, polemiche M5S sono strumentali"

Dal governo è intervenuto invece Lino Ricchiuti, vice responsabile del dipartimento imprese e mondi produttivi di Fratelli d'Italia, che ha definito la posizione M5S "pretestuosa". "Per tutti i crediti e i lavori derivanti da Cila presentate entro il 31 dicembre 2022 sarà mantenuta la possibilità di cessione individuando la data del 31 dicembre 2024 come termine ultime per la chiusura lavori", ha sottolineato Ricchiuti. "Andava trovata una soluzione per i crediti già in pancia alle imprese, per questo è già stato convocato dal governo il tavolo con le associazioni di categoria per lunedì e per farlo era necessario mettere uno stop per non aumentarli fino a inesigibilità. Le aziende sono giustamente preoccupate ma lo siamo anche noi, perché abbiamo a cuore le sorti delle Pmi e dei professionisti intrappolati in questa matassa", ha concluso il vice responsabile del dipartimento imprese e mondi produttivi di Fdi. 

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