Trasporti pubblici, ticket gratis e servizi al top: la rivoluzione possibile

Torna a primeggiare sui quotidiani il tema del costo dei biglietti dei trasporti pubblici: c'è chi spinge per i ticket gratis senza però considerare i LEP

di Marco C. Foti
Economia

Trasporto pubblico, i livelli essenziali di prestazione devono infatti venire sempre soddisfatti: analisi e nuove proposte 

Il Trasporto Pubblico Locale è tornato a primeggiare sulle pagine dei quotidiani. Da più parti si parla di aumenti tariffari, a partire da Milano dove l’amministrazione comunale ha aumentato la tariffa del biglietto a 2,20 Euro, a Ferrara il costo del titolo di viaggio è passato da 1,30 a 1,50 euro, a Foggia dal prossimo marzo il biglietto semplice costerà 1 euro (+10 cent) e Roma, dove già dal prossimo agosto 2023 il prezzo aumenterà dagli attuali 1,50 euro a 2 euro, con un aumento del 33%.

Si riprende a parlare di opportunità sul rendere gratuito il servizio di TPL con Bari primo capoluogo italiano a rendere quasi gratuiti gli abbonamenti (annuali) per il trasporto urbano, ad un costo trascurabile di 20 euro/anno per tutti i cittadini, senza limitazioni per reddito o fascia oraria e destinato anche a chi studia o lavora in città.

Ma i dubbi rimangono e si riferiscono alla necessità (e quindi opportunità) di soddisfare i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), ovvero quelli che l'articolo 117 della Costituzione individua a garanzia di tutto il territorio nazionale e la cui definizione spetta esclusivamente allo Stato ma la cui realizzazione compete, oltre che allo stesso Stato, ai diversi enti territoriali, comprese le Regioni.

Una corretta determinazione dei LEP parte dall'individuazione dei diritti civili e sociali che si intendono garantire su tutto il territorio nazionale e si possono ricondurre a diversi ambiti quali l'istruzione e la formazione, la salute, l'assistenza sociale, la mobilità ed il trasporto pubblico, trasferiti sui diversi territori regionali.

Con la legge 42/2009 si sarebbe dovuto realizzare un federalismo efficiente e solidale, rispettoso della Costituzione, superando il criterio della spesa storica, sulla base appunto di Lep validi per il territorio nazionale e finanziati in riferimento alla previsione del fabbisogno standard. Oggi siamo al punto che ciò non è mai avvenuto. Un esempio è fornito dalle sperequazioni che si manifestano mettendo a confronto due comuni italiani con lo stesso numero di abitanti. I casi sono molteplici, inutile dilungarsi. Non aver applicato i Lep ha significato impedire anche ad amministrazioni virtuose di offrire servizi ai propri cittadini, più istruzione e cultura, assistenza ai più deboli, di creare lavoro e fornire servizi più vicini alle esigenze dei cittadini.

Per la sanità questo approccio accade ormai da tempo in quanto sono previsti i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), prestazioni e servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, con le risorse pubbliche provenienti dalla fiscalità generale, sulla base di criteri definiti attraverso il DPCM del 12 gennaio 2017. Ulteriore esempio di standardizzazione dei servizi da offrire sui territori. Ma questo metodo non viene applicato anche in altri settori cruciali della gestione ordinaria della vita dei cittadini quale, ad esempio, il Trasporto Pubblico Locale.

La Commissione Europea, con l'ormai superato Regolamento 1370/2007, individua i servizi minimi come quegli "obblighi di servizio pubblico intesi a garantire frequenza, qualità, regolarità per il trasporto sicuro a costi ragionevoli di elevata qualità". Per cui in Italia vige ancora l'approccio del "trasferimento storico" della ripartizione dei contributi alle Regioni. È palesemente comprovato che questo approccio non è più percorribile dopo che la delega alle stesse Regioni, soltanto nell'ultimo triennio (2020-2022), ha prodotto ingenti sprechi di risorse, per circa 15 miliardi di euro.

Sulla base dei LEP nel Trasporto Pubblico Locale occorre introdurre il concetto del “Livello Essenziale di Trasporto” (LET), ovvero prestazioni e servizi che l’amministrazione pubblica è tenuta a fornire a tutti i cittadini in ragione del rispetto di quel diritto alla mobilità richiamato più volte nella nostra Costituzione (articolo 1, primo comma, articoli 2, 3, 4, 16, 33 e 34) e spesso trascurato in molte aree del territorio nazionale, in ambito urbano ed extraurbano. I Livelli Essenziali di Trasporto devono avere uno scopo ben preciso ed essere focalizzati attraverso un concetto di trasporto pubblico concepito a condizioni accessibili per tutti, integrativo alla mobilità privata anche con forme diverse dalle soluzioni tradizionali.

Una visione innovativa della mobilità collettiva a supporto di un nuovo concetto di regolazione della spesa pubblica. Per cui il "LET" ha tutte le carte in regola per fornire la base per la nuova riorganizzazione dell’ex “Fondo nazionale trasporti”, e la relativa ripartizione alle Regioni ed alle provincie autonome, attraverso l'impiego di specifici indicatori che terranno conto delle caratteristiche del territorio e dell'economia, della demografia e della domanda di mobilità, oltre ai parametri caratteristici dell'offerta di trasporto ed in minima parte (10%) della spesa storica. Il trasporto pubblico locale necessita di una profonda rivisitazione nella sua organizzazione a livello centrale e quindi a cascata a livello regionale. Le condizioni ormai ci sono tutte così come i presupposti per una nuova regolazione.

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