Guerra Ucraina, Italia sempre più allineata agli Usa. Da Draghi arriva Kishida

La tela diplomatica di Palazzo Chigi passa non solo per Washington ma anche per un spostamento in Estremo Oriente dalla Cina al Giappone

di Lorenzo Lamperti
Kishida, primo ministro Giappone
Esteri
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Il premier giapponese Kishida arriva in Italia. Il significato della visita

C'era una volta un'Italia che metteva in discussione il suo posizionamento euroatlantico e guardava con estremo interesse alla cooperazione con la Cina. Tanto da firmare il celeberrimo memorandum of understanding sulla Belt and Road. Era il 23 marzo 2019, governo gialloverde. Sembra passato un secolo e non "solo" tre anni, tra pandemia di Covid-19 e guerra in Ucraina. Ma sembra passato un secolo anche guardando ai movimenti diplomatici dell'Italia capitanata da Mario Draghi, sempre più allineata (i maligni direbbero "appiattita") sulle posizioni degli Stati Uniti di Joe Biden.

Un nuovo indizio di questa rinnovata iper fedeltà italica ai voleri dello zio Sam arriva dall'agenda degli incontri del premier nei prossimi giorni. Poco prima della partenza per Washington, prevista per il 10 maggio, Draghi riceve infatti a Palazzo Chigi Fumio Kishida, omologo giapponese. Non si tratta di un appuntamento banale. Il Giappone sta giocando un ruolo cruciale non solo in riferimento alle sanzioni rivolte a Mosca post invasione dell'Ucraina, ma anche e soprattutto nella strategia in Asia-Pacifico della Casa Bianca e del Pentagono.

Tradizionalmente noto per essere iper felpato e cauto, il Giappone degli ultimi due anni è diventato molto vocale e assertivo. E soprattutto critico nei confronti della Cina, grande e ingombrante vicino che rappresenta per Tokyo ormai una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale. Tra rivendicazioni territoriali sulle isole Senkaku (o Diaoyu, come le chiamano in Cina) e la crescente tensione sullo stretto di Taiwan (limitrofo alle prime isole giapponesi e considerato una linea rossa sulla sicurezza nazionale dal governo di Tokyo), i punti di tensione tra i due giganti dell'Estremo Oriente sono tantissimi.

L'iper attivismo del Giappone sulla guerra in Ucraina

Anche per questo il Giappone, che ha sempre mantenuto una stretta collaborazione in materia difensiva con gli Stati Uniti ma allo stesso tempo una profonda cooperazione commerciale con Pechino, ha adottato una linea meno timida su temi legati a diritti umani, muovendo critiche senza precedenti al governo cinese per quanto accaduto a Hong Kong o nello Xinjiang. Allo stesso modo, Tokyo ha reagito con risolutezza all'invasione russa. Non solo ha aderito alle sanzioni occidentali, ma si sta anche rendendo protagonista di una grande propulsione diplomatica volta a convincere i paesi neutrali dell'Asia a prendere una posizione netta sul conflitto.

Anche per questo, il premier Kishida ha appena avviato un tour di sei giorni tra sud-est asiatico. Non prima di aver ricevuto a Tokyo il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Ulteriore testimonianza dell'iper attivismo diplomatico nipponico. Kishida si recherà in visita nella Repubblica di Indonesia, nella Repubblica Socialista del Vietnam, nel Regno di Thailandia,  per poi arrivare in Italia e nel Regno Unito. Ogni tappa ha un significato profondo. Dopo essere stato recentemente in India e Cambogia, Kishida prova a convincere l'Indonesia a escludere Vladimir Putin dal summit del G20 di Bali, argomento a cuore dello stesso Biden che ha invece chiesto di invitare Volodymyr Zelensky per dare un segnale chiaro della posizione del consesso.

Il Vietnam è invece uno dei paesi dell'area Asean coinvolti nelle dispute territoriali legate al mar Cinese meridionale con la Cina. E il Giappone sta intensificando in maniera importante i legami con Hanoi. Gli obiettivi del suo viaggio sono di "scambiare francamente opinioni sulla situazione in Ucraina", "confermare la cooperazione" su questo tema e "collaborare per realizzare un Indo-Pacifico libero e aperto", ha detto Kishida ai media prima di partire.

L'agenda di Kishida in Italia. Per gli Usa meglio il Giappone della Cina

Il premier giapponese arriverà in Italia il 4 maggio, dove incontrerà Draghi, prima di andare a Londra da Boris Johnson. L'agenda ufficiale del tour europeo prevede di affrontare i temi degli aiuti umanitari verso Kiev, e il coordinamento dei vari paesi per dare ospitalità ai rifugiati ucraini. Ma è prevedibile che in Italia si parli anche di molto altro. La cooperazione tra Italia e Giappone è già profonda ma ci sono enormi margini di miglioramento.

Tokyo chiederà a Draghi di approntare una strategia dell'Indo-Pacifico, passo già compiuto da altri attori europei come Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito. Oltre al tema della sicurezza, c'è anche quello del commercio e della tecnologia. C'è chi ipotizza dialoghi anche sul sempre più cruciale settore dei semiconduttori, sul quale l'Italia si sta muovendo per rafforzare le proprie catene di approvvigionamento. Così come lo sta facendo Tokyo. 

Pochi giorni dopo, Draghi volerà da Biden alla Casa Bianca. Washington, che si era molto irritata per il flirt cinese dei tempi di Giuseppe Conte, sta avendo diverse prove che l'Italia di SuperMario è tornata all'ovile. Anche sulle sue amicizie asiatiche.

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