Alzheimer, le donne si ammalano il doppio rispetto agli uomini

150 milioni di persone verranno colpite da questa malattia neurovegetativa entro il 2050

di Daniele Rosa
Rame
Medicina

Alzheimer, le donne si ammalano il doppio degli uomini

Due terzi delle persone colpite da Alzheimer sono donne. Un aspetto poco considerato fino a poco tempo fa ma ora uno studio ha dimostrato che , in Europa, il 3,31% degli uomini soffre di Alzheimer rispetto al 7,13% delle donne europee. Una malattia, l’Alzheimer, neurovegetativa, scoperta 120 anni fa da Alöis Alzheimer, medico tedesco Alöis Alzheimer che descrisse la patologia del suo primo paziente, Auguste Deter. L'Alzheimer è una delle principali pandemie del 21° secolo.

Entro il 2050 ci saranno circa 150 milioni di pazienti affetti dalla malattia. Purtroppo al momento non esiste una cura o un trattamento realmente efficace contro questa malattia neurodegenerativa. L’aver sottovalutato le differenze di genere può aver contribuito a mettere la ricerca sulla strada corretta. E’ risaputo che il principale fattore di rischio per la malattia è l’età. All’inizio la maggior frequenza nelle donne si pensava essere dovuta al fatto che le stesse vivevano più degli uomini  ma adesso la comunità scientifica ritiene che le differenze biologiche tra sessi potrebbero giocare un ruolo determinante.

Alzheimer, cambiamenti ormonali dell'invecchiamento femminile sono relazionati con il rischio di A

Da tempo i cambiamenti ormonali tipici dell'invecchiamento femminile sono all’attenzione della ricerca. In particolare gli estrogeni prodotti principalmente dalle ovaie, ma anche dalle ghiandole surrenali, dal tessuto adiposo e dal cervello. Gli estrogeni in particolare oltre ad avere un ruolo nella riproduzione interessano anche le funzioni cognitive, quelle della neuroprotezione. Sono molecole che regolano il metabolismo, la risposta immunitaria, la neurogenesi e la plasticità sinaptica, fondamentali per l'invecchiamento del cervello. In più hanno una funzione antiossidante.

La perdita di estrogeni che accompagna la menopausa sembra avere relazione con la nascita della patologia. Oltre a questo l’asportazione delle ovaie sotto i 50 anni aumenta il rischio di deterioramento cognitivo e di Alzheimer. per questo la ricerca sta valutando se sia utile una terapia ormonale sostitutiva con farmaci  “neuroprotettivi”. Anche i microorganismi che risiedono nel corpo (microbioti) si è scoperto essere in stretta relazione con gli ormoni e la salute del cervello. Pertanto, le terapie probiotiche potrebbero avere anche effetti benefici indiretti sul cervello delle donne in menopausa.

Alzheimer, il cervello femminile più vulnerabile allo stress

Un altro aspetto che la ricerca ha notato è che il cervello delle donne potrebbe essere più vulnerabile allo stress, noto fattore di rischio per l'Alzheimer, e che sembra colpire le donne più degli uomini. La donna, sempre più inserita nel mondo del lavoro, sempre vicina alla gestione della casa, alla cura della famiglia e dei figli ,aumenta considerevolmente il proprio livello di stress. Un maggiore equilibrio nella ripartizione dei compiti, e quindi un nuovo approccio culturale, potrebbe diminuire il carico di stress sulla parte femminile. Per ovviare a questa lacuna questa lacuna è nata in svizzera il Women's Brain Project (WBP), un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro con molti esperti in diverse discipline scientifiche. Obiettivo è analizzare le differenze di genere al fine di lavorare meglio con la medicina di precisione. Focalizzare la ricerca anche sull’aspetto della diversità dei sessi potrebbe aprire molte nuove strade non solo per l’Alzheimer ma pure per altre malattie.

 

 

 

 

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