Aspartame, dolcificante cancerogeno? Sorvegliato speciale dell'Oms. Il caso

La rivelazione che può sconvolgere l’industria alimentare. Dopo anni di sicurezza ora l’aspartame entra nella lista nera per IARC, JECFA e OMS

di Antonio Amorosi
Medicina

Il dolcificante aspartame? Rischi per la salute umane. L’OMS pronta a dichiararlo possibile cancerogeno

IARC, agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, braccio di ricerca dell’OMS, ha dichiarato di aver valutato 1.300 studi sul tema nell’ultima revisione di giugno. Anche per questo motivo un comitato di esperti sugli additivi alimentari, noto come JECFA (comitato congiunto dell'OMS e dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura sugli additivi alimentari), è arrivato alla conclusione di far includere l’aspartame nella lista dell’OMS come tra i “possibili cancerogeni”. Il 14 luglio dovrebbe essere il giorno fatidico, lo rivela in queste ore Reuters in un report che sta preoccupando l’industria alimentare mondiale.

Bisogna sapere che esistono 4 diversi livelli di classificazione sul tema: cancerogeno, probabilmente cancerogeno, possibilmente cancerogeno e non classificabile. I livelli si basano sulla forza delle prove, piuttosto che sulla pericolosità di una sostanza, cioè la quantità di prodotto che una persona può tranquillamente consumare.

Eppure dal 1981, la stessa JECFA affermava che l'aspartame era sicuro da consumare entro i limiti giornalieri accettati. Quali? Un adulto di 60 kg dovrebbe bere ogni giorno tra le 12 e le 36 lattine di soda dietetica con aspartame per essere a rischio. Anche nel 2013 EFSA, autorità europea per l’alimentare si era espressa allo stesso modo. Oggi però questo parametro, condiviso dalle autorità di regolamentazione nazionali di USA e Europa, non valgono più.

L'aspartame viene utilizzato nelle bibite dietetiche più importanti sul mercato, come Coca-Cola, ma anche per snack, merendine, bibite gassate, yogurt, gelati, prodotti caseari, chewing-gum. Un portavoce della IARC ha rilevato a Reuters che i risultati dei comitati IARC e JECFA sarebbero dovuti rimanere riservati fino a luglio, ma ha aggiunto che erano "complementari", con la conclusione della IARC che rappresenta "il primo passo fondamentale per comprendere la cancerogenicità".

Il comitato degli additivi "conduce la valutazione del rischio, che determina la probabilità che un tipo specifico di danno (ad esempio il cancro) si verifichi in determinate condizioni e livelli di esposizione". Reuters riferisce anche diverse lettere e report dell’industria alimentare che hanno sollevato forti preoccupazioni sugli effetti della decisione sui consumatori, ingenerando confusione a anche possibili cause legali.

“IARC non è un organismo per la sicurezza alimentare”, ha affermato Frances Hunt-Wood, segretario generale della no profit International Sweeteners Association (ISA) che si occupa di fornitori e utilizzatori di dolcificanti a basso contenuto calorico, “e la loro revisione dell'aspartame non è scientificamente completa e si basa fortemente su ricerche ampiamente screditate". L'organismo, i cui membri includono il marchio Mars Wrigley, un'unità Coca-Cola (KO.N) e Cargill, ha affermato di avere "serie preoccupazioni per la revisione IARC, che potrebbe fuorviare i consumatori".

L'aspartame è stato ampiamente studiato per anni. Rappresentato spesso dalla sigla E951 si distingue dallo zucchero per avere un potere dolcificante 200 volte superiore, avendo un apporto calorico simile, circa a 4 kcal per grammo.

L'anno scorso, uno studio osservazionale francese su 102.000 adulti, pubblicato sulla rivista Plos Medicine ha dimostrato che le persone che consumavano quantità maggiori di dolcificanti artificiali, compreso l'aspartame, avevano un rischio di cancro leggermente più elevato. Stesso risultato dell'Istituto Ramazzini negli anni 2000 sui tumori cerebrali nei topi. Ma non bisogna arrivare a conclusioni affrettate, rischiando con questi discorsi di opporre i dolcificanti come l’aspartame allo zucchero naturale, lasciando credere che quest'ultimo non possa avere conseguenze negative in alcune condizioni. Ad esempio gli studi mostrano che c’è una relazione tra un alto consumo di cibi che promuovono un rapido innalzamento della glicemia e la produzione di molecole che promuovono infiammazione e crescita cellulare, quindi in caso di tumori ancora di più.

 

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