Blitz alla Scala e agli Uffizi, chiesta la sorveglianza speciale

Un 20enne di Voghera, tra i membri di Ultima generazione protagonista dei due blitz, convocato in Tribunale: "Come un mafioso"

Ultima generazione: blitz alla Scala di Milano
Milano

Blitz alla Scala e agli Uffizi, chiesta la sorveglianza speciale

Un ventenne di Voghera, Simone Ficicchia, chiamato a rispondere per il blitz del 7 dicembre alla Scala di Milano, con lancio di vernice sull'ingresso del teatro, e per quello di luglio contro la Primavera del Botticelli agli Uffizi. Il giovane risulta infatti essere tra i  i cinque attivisti ambientalisti di Ultima generazione protagonisti delle due azioni. Ficicchia è stato convocato al tribunale di Milano su richiesta della questura di Pavia "a un'udienza indetta per discutere l'applicazione di misure di sorveglianza speciale", cioè misure, previste dal codice antimafia del 2011, per evitare che soggetti socialmente pericolosi commettano reati.

Ultima generazione: "Provvedimenti generalmente destinati ai casi di mafia"

"Il mio è il primo caso di questo genere non solo in Ultima generazione, ma anche fra gli attivisti per il clima. Questi provvedimenti sono generalmente destinati a casi di mafia. Un uso così politico non era mai successo" e indica, secondo Simone, "un inasprimento della repressione in questo settore". "Abbiamo paura non tanto per noi ma per la libertà di espressione in generale" aggiunge. Per questo Ultima generazione ha deciso di fare un presidio "partecipato e festoso" davanti al tribunale il giorno dell'udienza a cui invitano "famiglie e chiunque voglia dare solidarietà".

Gli attivisti di Ultima generazione: "Non ci lasceremo intimidire"

"Non ci lasceremo intimidire" assicurano gli attivisti. Nelle oltre 70 pagine della convocazione Ficicchia è definito come "soggetto socialmente pericoloso" e ""denunciato e condannato più volte" ma "questo non è vero" precisa Simone, "sono stato denunciato" ma non c'è stata "nessuna condanna". E non c'è stata nessuna resistenza a pubblico ufficiale: "non c'è mai stata resistenza attiva, ma solo totalmente passiva". "Siamo oltre la criminalizzazione del dissenso: qui - ha conclude il legale di Simone, Gilberto Pagani - è in gioco non soltanto il diritto di esprimere le proprie opinioni ma la sopravvivenza dell'umanità sul nostro pianeta".

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