Conte "gioca" nello scacchiere Rai. L'astensione del consigliere M5S. Inside

Ecco perché il consigliere in quota M5s, Alessandro Di Majo, si è astenuto sulle nomine dei nuovi direttori della tv di Stato

Di Alberto Maggi
Giuseppe Conte
Politica

Conte conosce l'importanza della comunicazione...

Giuseppe Conte, come ai tempi in cui controllava la Rai attraverso Rocco Casalino e le infinite dirette sulla pandemia, ha deciso di giocare attivamente all'interno dello scacchiere di viale Mazzini. E' tutta qui, nonostante le smentite dei grillini in Vigilanza Rai, la spiegazione del voto di astensione del consigliere Rai Alessandro Di Majo sulle nomine dei nuovi direttori della tv di Stato.

Conte, che sta conducendo in solitaria la campagna elettorale delle comunali evitando di farsi vedere accanto al segretario del PD Elly Schlein, conosce l'importanza della comunicazione e ha patteggiato il suo voto di astensione (certo non determinante, ma fortemente iconico) in cambio di alcune garanzie. Quali? Giuseppe Carboni, ex Tg1 delle dirette oceaniche, a capo di Rai Parlamento (e ne vedremo le conseguenze), Simona Sala, di fatto sacrificata dal PD, a Radio2 e Claudia Mazzola a RaiCom, con non pochi soldi da gestire.

Se il M5S ha deciso di presidiare il megafono d'Italia, il PD gioca su due tavoli. La "martirizzazione" di Fabio Fazio, che se n'è andato a fronte di un'offerta economica milionaria, e della Annunziata, che le malelingue vedono già candidata PD alle Europee. Se la voce venisse confermata, il fatto creerebbe non poco imbarazzo a politici e giornali che in queste ore urlano alla epurazione. Dall'alta parte i democratici continuano a contare su Report, Monica Maggioni alla direzione editoriale (secondo alcuni rumors raccolti da Affari è in corsa per sostituire la Annunziata sulla poltrona di In mezz'ora in più), Orfeo al Tg3, Vianello nella reggia dorata di Rai San Marino, Coletta alla distribuzione, Del Brocco a Rai Cinema, Ammirati a RaiFiction e Calandrelli a RaiCultura. Non si tratta di professionisti tesserati, ma ovviamente le affinità elettive e culturali sono sempre state più che evidenti.

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