Covid dalla Cina, il "liberi tutti" nel Dl Rave che ha spiazzato il governo

Mentre il ministro Schillaci imponeva i tamponi per il Covid ai cinesi negli aeroporti italiani, alla Camera veniva approvata la norma. Fi: "Comanda la scienza"

Politica

Covid dalla Cina, maggioranza divisa sulla linea da adottare

L'emergenza Coronavirus è tornata e il pericolo arriva ancora una volta dalla Cina, dove il numero di contagiati è altissimo e soprattutto fuori controllo, dopo la decisione di Xi Jinping di allentare tutte le restrizioni. L'allarme arriva dagli aeroporti italiani, i primi test a campione effettuati su voli da Pechino a Malpensa hanno evidenziato che praticamente un passeggero su due era positivo al Covid. La nuova minaccia che arriva dalla Cina - si legge su Repubblica - spiazza il governo che aveva allentato le misure. È un ciclone improvviso: il ministro Orazio Schillaci prende la decisione dei tamponi obbligatori per chi arriva dal Gigante asiatico quasi trascinato dalle Regioni, in primis dalla Lombardia che aveva avviato il monitoraggio a Malpensa. Schillaci decide nel primo pomeriggio, dopo aver parlato con Guido Bertolaso, assessore della giunta Fontana. E nel pomeriggio va a relazionare ai colleghi in Consiglio dei ministri. Ma in contemporanea alla Camera si stava votando il Dl Rave e dentro al provvedimento ci sono anche tre norme all'insegna del "liberi tutti".

Il decreto, - prosegue Repubblica - oltre a sancire in modo definitivo il reintegro dei medici No Vax, alleggerisce la disciplina dell’isolamento per chi ha contratto il virus e abolisce l’obbligo del tampone o del Green pass per chi entra nelle Rsa. C’è, in questa contemporaneità, tutto il senso di una precedente sottovalutazione del problema da parte di chi, forse troppo presto, aveva detto che l’emergenza era finita. Specie se risultasse vero che, come dice l’ex ministro pd Francesco Boccia senza smentita, le notizie negative sulle varianti cinesi fossero già da diversi giorni a conoscenza del ministero della Salute. E Forza Italia, che dai primi vagiti del governo Meloni aveva messo in guardia sul pericolo di eccessivi rallentamenti nel contrasto al Covid, adesso sferza gli alleati: "L’ordinanza del ministro Schillaci — dice la capogruppo al Senato Licia Ronzulli — va nel senso di una doverosa tutela della sicurezza dei cittadini. Aspettiamo gli esiti di test e sequenziamenti, ma il criterio dovrà essere quello rigoroso della scienza". Più esplicito il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè: "Comanda la scienza, non il pregiudizio".

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