Decreto Ucraina, Dessì: "L'aumento delle spese militari ci sarà, M5S complice"

L'esponente comunista: "Eppure l'Italia ha già una sua guerra: quella per il lavoro, una sanità decente, una scuola per tutti, per lo sport e i servizi sociali"

di Daniel Moretti
Emanuele Dessì (Imagoeconomica)
Politica
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Decreto Ucraina, Dessì (Partito Comunista): “Una scelta contraria alla volontà degli italiani"

L'aula del Senato ha approvato la questione di fiducia posta dal governo sul decreto legge Ucraina, che, tra le altre cose, dispone l'invio di equipaggiamenti militari a Kiev. Il provvedimento non ha al suo interno l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia che impegnava l’esecutivo ad aumentare le spese militari al 2% del Pil. Ma “l'aumento ci sarà e anche i 5 Stelle ne sono complici”, dichiara ad Affaritaliani.it Emanuele Dessì, ex grillino, oggi nel Gruppo Misto come esponente del Partito Comunista, che è stato fra i 35 senatori a votare no al decreto.

Senatore, che cosa rappresenta questo Decreto?

“Credo che non ci sia nulla di etico, di politico. Non c'è nessuna strategia a livello di geopolitica internazionale. Credo sia, per l'ennesima volta, la corsa delle imprese internazionali al riarmo perché il riarmo porta profitti per tutte, per quelle statunitensi in testa, ma anche per le imprese italiane e per i politici italiani, trombati o meno, che sono all'interno delle grandi organizzazioni che producono armi e quindi strumenti di distruzione e di morte”.

Che ne pensa dell'atteggiamento dei suoi ex “compagni” del M5S?

“Già i loro governi, che erano governi di coalizione, hanno aumentato le spese per la produzione di armi. Riguardo a questo decreto, hanno votato l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia alla Camera insieme al governo, poi si sono accorti che sotto gli account social dei loro portavoce piovevano insulti a rotta di collo. Anche perché il 65% degli italiani, con il Papa in testa, è contro la produzione, l'invio delle armi e contro le guerre. E quindi poi hanno tentato una tardiva marcia indietro, che però non ha funzionato perché lo sappiamo tutti che ormai il provvedimento è approvato e quindi l'aumento della spesa militare ci sarà. Ne sono tutti complici”.

Risorse che a suo avviso avrebbero dovuto essere impiegate in altro modo?

“L'Italia una guerra sua ce l'ha da anni. E' la guerra per il lavoro, per una sanità decente, per una scuola alla portata di tutti, per l'accesso allo sport e ai servizi sociali, per la ristrutturazione del territorio, per l'accesso e il rilancio del turismo. L'Italia le sue guerre le combatte, purtroppo le combatte contro i suoi governanti. E' una guerra di popolo contro un governo che invece guarda ai propri interessi e agli interessi della finanza internazionale, che nel 99,9% dei casi è la finanza statunitense”.

 

 

 

 

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