Divorzio Renzi-Calenda, ora Matteo pensi a portare la pace tra Kiev e Mosca

Archiviato il Terzo Polo, Matteo Renzi, che non manca certamente di coraggio e anticonformismo, potrebbe fare suo il referendum Ripudia la Guerra

Di Paolo Diodati
Politica

Manifestazioni popolari organizzate da politici di sinistra (Rizzo), destra (Berlusconi) e centro (Renzi) renderebbero giustizia alle decisioni controverse del governo. Commento

Tra i troppi galli nel pollaio, come constatiamo ogni giorno, continua a spuntata una gallina. Prendiamo il duello rusticano tra Renzi e Calenda ad ali alzate, furibonde beccate, senza seguire il codice cavalleresco e con ampissima e ricercata pubblicità, al contrario dei duelli tradizionali che si facevano (o si fanno) in campagna, di nascosto. Dal partito unico, l'ambizioso Terzo Polo, che in teoria avrebbe avuto praterie di voti moderati del centro, quando il Pd sembrava di sinistra e la Meloni & Co sembravano di destra, ora, titolano i giornali, tra i due galli "volano gli stracci".

Così sembra svanire la possibilità di un'opposizione alla Meloni che si pensava potesse andare da Fratoianni, Speranza, PD, Conte a Renzi e Calenda. E, tutti i possibili oppositori, preoccupati, esprimono la stessa preoccupazione: "Se continua così, ci teniamo la Meloni per vent'anni!" Perché, proprio vent'anni? Forse per non ritenerla inferiore al Duce...

Ettore Martinelli, in una rubrica dal titolo azzeccato "Senza infingimenti", scrive: "Il Terzo polo è un duo comico che non fa ridere". Dopo aver ricordato gran parte dei salti mortali, delle inversioni di rotta, delle affermazioni perentorie puntualmente dimenticate, ultimamente le assicurazioni di Renzi "Tra noi ci sono solo scintille. Con la guida di Calenda, dobbiamo salvare il Paese", Martinelli, di fronte al duello rusticano tra i due galli, chiede "E adesso?" e risponde "Adesso nascondetevi...".

Figuriamoci! Consiglio-esortazione inutile. C'è chi vede nel comportamento della coppia scoppiata una precisa strategia: più rumore fanno, più diventano popolari. Dopo un po', gran parte della gente dimentica le giravolte e resta la popolarità.

Renzi, con tutti gl'improperi che sta ricevendo in questi giorni (per esempio, "mostro" che lui usa, con compiaciuto vittimismo, riferendosi a sé stesso), torna ad essere considerato un "genio", come la Meloni (o il Meloni?) ricordava ironicamente che fosse, quando parlava chiaro dall'opposizione. Genio, perché l'attuale divorzio, se fosse "momentaneamente definitivo", dicono gli esperti, sarebbe da collegare alle condizioni di salute del Cavaliere, per cui, pur augurandogli altri cento anni di vita, non si sa mai... il Genio dovrebbe essere prontissimo a diventare il suo successore, cambiando nome a Forza Italia e riconquistando le praterie di voti al centro. Altri, non credendo nella resurrezione del Genio, né del Cavaliere, invece scrivono, sempre augurando al Cav altri 100 anni di vita: per la Meloni si apre un'autostrada.

Ho fatto una rapidissima ricerca per sapere da quando si usa questa espressione dell'autostrada, per la nostra Presidente. Non sono sicuro se sia stata la prima volta, ma potrebbe essere stata il 4 febbraio del 2021. Su Destra di Popolo di Riccardo Fucile, si usa nel commento a un articolo di Repubblica, che riportava le dichiarazioni della Meloni, contraria a votare la fiducia al governo Draghi. Dichiarazioni poi ribadite su Instagram e a Porta a porta, dove sparò a zero su quello che disse fosse ritenuto Matteo Renzi, il Genio. Secondo lei "giocava a poker con la vita degli italiani".

Ora, siamo seri, consideriamo corrispondente al vero questa battuta efficace, ma totalmente sballata. A poker si può vincere, anche bleffando. Renzi, quindi, e lei non conosceva le sue carte, non aveva infilato gl'Italiani in un vicolo cieco, come ha fatto, vinta la guerra nel pollaio, la Gallina, che ha imitato il Duce, quando ritenne che Hitler, arrivato a Parigi di corsa, avrebbe vinto la guerra. 

Allora, per la Meloni s'è aperta davvero un'autostrada? Sì, un'autostrada dove poter correre più velocemente, abbracciando sempre di più Hollywood Zelensky, senza sapere che ha infilato gl'italiani in un vicolo cieco. Davvero condivide l'ossessione hollywoodiana "Ci sarà la pace solo quando avremo vinto la guerra?"

Il Duce fu ridicolo e spregevole nel dichiarare guerra alla già sconfitta Francia, per poter sedere al tavolo dei vincitori. Gl'italiani che non lo sopportavano aumentarono esponenzialmente con il durare della guerra. Gran parte degli italiani terminarono la guerra dall'altra parte e festeggiarono la vittoria.

Io mi auguro che l'Italia, famosa per aver iniziato le prime due guerre mondiali da una parte, terminandole dalla parte opposta,  questa volta modifichi la propria onorevole tradizione, avendola di fatto iniziata a fianco di Zelensky e diventando neutrale nel bel mezzo della pazzia.

Ecco come potrebbe fare, con il consiglio che mi permetto di dare al senatore Matteo Renzi che non manca certamente di coraggio e anticonformismo, potrebbe fare suo, invitando Marco Rizzo e Silvio Berlusconi a fare altrettanto, il referendum Ripudia la Guerra, di cui ho già parlato anche su questo giornale (clicca qui per recuperare l'articolo). 

Manifestazioni popolari organizzate da politici di sinistra (Rizzo), destra (Berlusconi) e centro (Renzi) renderebbero giustizia, anche sul piano storico, all'imbroglio della Meloni che spaccia la sua volontà di andare fino in fondo alla pazzia, con quella degli Italiani.

Se qualche lettore o qualcuno della Redazione fosse in grado di contattare qualcuno dei tre politici su nominati, o qualche persona in grado di contattarli subito, sarebbe di grande utilità alla causa della pace. Non credo di esagerare, affermando che Renzi, Rizzo e Berlusconi, in caso di caduta del governo Meloni, per l'uscita dell'Italia dalla guerra, potrebbero, in piccolo, avere assunto decisioni storiche alla Dino Grandi che nella seduta che determinò la caduta del fascismo a causa della guerra che si stava mettendo molto male, disse (vado a memoria) "Muoiano le fazioni, pur anche la nostra, purché rimanga grande il nome della Patria".  Renzi e Berlusconi, rappresentano, attualmente, due fazioni che hanno votato a favore della guerra, per non far cadere la Meloni. 

Ho scritto diverse volte che, se si ritirasse dalla guerra, una nazione europea di quelle che si sono maggiormente sbilanciate nella pazzia che ci ha messi sull'autostrada della Terza Guerra Mondiale, il gallo Biden abbasserebbe le penne, convincendo Hollywood Zelensky ad accettare una pace a condizioni accettabili dai due contendenti. Inutile sperare nella Meloni che ha in comune con il suo sbaciucchiatissimo Zelensky, anche il culto della personalità: la propria.

Ma, finalmente, è sbottato Macron, dicendo, anche nei termini forti usati, quello che noi ripetiamo dall'inizio di questa guerra e che avrebbe dovuto dire, innanzitutto, la Meloni: non siamo vassalli degli USA. In realtà, avrebbe dovuto dire, più esattamente, "non vorremmo essere vassalli" degli USA, perché siamo ancora indecentemente vassalli. Biden abbaia e noi ubbidiamo. 

Ho letto su diversi quotidiani una previsione fatta con sicurezza anche da Daniele Capezzone: lo sbilanciamento anti-Usa di Macron, aprirebbe un'autostrada di possibilità internazionali per la Meloni. Potrebbe diventare l'interlocutrice principale di Biden. Bel lavoro. Il cane più fedele al padrone che abbaia: pronti a mandare armi e soldi anche per Formosa.

Probabilmente è stato proprio il comportamento di Biden sul problema riesploso a Formosa,  con la possibilità di un intervento Nato anche lì, che ha fatto premere il grilletto al caricatissimo Macron. Tanto per cambiare, Mattarella, la Meloni e il loro tramite Draghi, hanno taciuto. Quindi, secondo loro, ma non certamente secondo gli Italiani, non è da escludere che potremmo contribuire a finanziare un'altra pazzia. Pazzia? Ma che dico! Se dai libri di storia eliminiamo le pagine che trattano delle pazzie del passato, cosa rimane? Se dalle abitudini e dalla "storia" delle formiche e delle api, eliminiamo le guerre "mors tua, vita mea" (impressionanti i saccheggi) cosa rimane?

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