Governo, "guerra" all'Europa su tre fronti. Giusto dare battaglia? Vota

Migranti, auto, case: tre stilettate (due di Meloni) a Bruxelles

Di Alberto Maggi
Giorgia Meloni
Politica

Governo unito apre tre fronti caldi con l'Ue
 

Giorgia Meloni e il governo di Centrodestra, in tutte le sue componenti, ritrovano lo spirito battagliero nei confronti dell'Unione europea che sembrava sopito con la promessa (per ora solo parole) di Ursula von der Leyen di aiuto (anche e non solo finanziario) all'Italia sul tema dell'immigrazione. Due pesanti stilettate sono arrivate direttamente dalla presidente del Consiglio nella replica al Senato in vista del Consiglio Ue.

La prima, pesantissima, sulle cosiddette "case green". "La direttiva Ue sull'efficientamento energetico degli edifici rischia di diventare una tassa patrimoniale sugli italiani, perché quando abbiamo chiesto in Europa se ci sono dei fondi dedicati all'efficientamento ci hanno risposto che forse dal 2028. Peccato che gli interventi vanno conclusi entro il 2027 e quindi bisognerà spiegare agli italiani che non potranno efficientare le loro case 'gratuitamente' ma dovranno pagare in una condizione già difficile e forse non ci conviene aggiungere ulteriori problemi. È la ragione per la quale che determinati obiettivi, condivisi dal governo italiano, devono essere perseguiti con una sostenibilità di fondo sia sul piano sociale che sul piano economico". Parole chiarissime. No secco dell'Italia e battaglia a Bruxelles.



Altra stilettata di Meloni, sempre a Palazzo Madama, sui migranti con un tirata d'orecchie a Paolo Gentiloni. "C'è un problema enorme legato all'instabilità della Tunisia e al possibile default che non si riesce ad affrontare perché il Fmi, che aveva avviato una trattativa per sostenerla, l'ha bloccata. E anche la stessa Commissione Ue: ho parlato ieri con il commissario Gentiloni che aveva immaginato già all'inizio di questo mese di recarsi in Tunisia per cercare di affrontare la vicenda, poi ha rimandato questo viaggio. L'Italia fa del suo meglio per cercare di sbloccare questo stallo". In altre parole, il commissario Gentiloni, uomo Pd, "dorme", e la Commissione nel suo insieme non fanno abbastanza per affrontare l'emergenza Tunisia dalla quale parte la maggioranza dei migranti verso l'Italia.

Terza legnata all'Europa sullo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. L'Italia non accetterebbe l'esclusione dei biocarburanti dal regolamento Ue. Questo, in sintesi, quello che il nostro Paese scrive in una lettera inviata alla commissione Ue sul dossier relativo allo stop al 2035 alle auto con motore endotermico. La lettera è stata inviata al vicepresidente della commissione Ue Frans Timmermans dai ministri Matteo Salvini, Adolfo Urso, e Gilberto Pichetto Fratin (quindi Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia).



Per i rappresentanti del governo italiano è necessario "rispettare il principio della neutralità tecnologica"; quindi l'Italia, insieme con la Germania, chiedono l’utilizzo di biocarburanti anche dopo il 2035. L'auspicio del governo è che la commissione proponga "un atto giuridicamente vincolante, ben prima della revisione del 2026". Un impegno di questo tipo da parte della commissione Ue - viene spiegato - "sarebbe molto apprezzato e permetterebbe di concludere positivamente il dossier".

"L’Italia è pienamente impegnata nella decarbonizzazione del settore del trasporto e nella riduzione delle emissioni dei veicoli leggeri", dicono Salvini, Pichetto Fratin, e Urso ricordando di aver subito evidenziato "la necessità di rispettare il principio della neutralità tecnologica per garantire una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso una mobilità a zero emissioni". Per questo - continua la lettera - "l’Italia ha sponsorizzato (insieme alla Germania) l’utilizzo di carburanti CO2 neutral per consentire immatricolazioni anche dopo il 2035. Abbiamo proposto il considerando 11 del nuovo regolamento CO2 in buona fede, e ci aspettiamo che la commissione lo attui ben prima della revisione del 2026, proponendo un atto giuridicamente vincolante. Un impegno in tal senso da parte della commissione, con l’indicazione di una tempistica, sarebbe molto apprezzato e permetterebbe di concludere positivamente il dossier".

Ma, nella lettera inviata a Timmermans si legge anche che "l’Italia non accetterebbe una interpretazione indebitamente ristretta da parte della commissione del concetto di carburanti neutri, con l’esclusione dei biocarburanti". Insomma, alla vigilia del Consiglio europeo l'Italia alza i toni con Bruxelles e i partner Ue su diversi fronti. Si prevede battaglia. Una battaglia lunga e difficile da vincere, ma il governo, coeso, tira dritto.

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