Salvini in Polonia, "Renzi sciacallo e Pd sovietico". L'altra verità

La guerra e gli sciacalli della maglietta (in Polonia e in Italia)

Politica
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Articolo scritto per Affaritaliani.it da Massimiliano Capitanio, capogruppo della Lega in Vigilanza Rai

L'ultimo rapporto Onu in merito alla guerra in Ucraina parla di oltre 1.200 vittime, tra cui 27 bambini. Secondo le autorità di Kiev sarebbero stati uccisi oltre 12.000 soldati russi. Tra le vittime civili anche il sindaco di Gostomel, Yuri Illich Prylypko, ucciso dall'esercito russo mentre stava aiutando i suoi concittadini, distribuendo loro pane e medicinali.

Di fronte a questi numeri, purtroppo ancora provvisori, la pagliacciata anti-Salvini orchestrata da qualche italiano, con la complicità di qualche giornalista politicizzato, insieme al sindaco polacco di Przemysl Wojciech Bakun, appare ancora più sconcertante e vigliacca.

Nelle guerre hanno sempre spazio anche gli sciacalli, che mettono la sopravvivenza della loro squallida esistenza davanti a qualsivoglia principio di bene comune.

Quel sindaco ha estratto dal giubbotto la maglietta con l’effige di Putin come fosse in uno show televisivo, ma l’effetto è stato quello di chi, a tradimento, estrae un coltello per pugnalare una persona disarmata venuta a portargli un messaggio di pace. E intorno a lui, nei salotti della politica e sui social media, tanti miserabili a strofinarsi le mani e commentare gaudenti. “Ne usciremo migliori”, dicevano in tempi di pandemia…

Sciacallo lui, sciacallo chi ha speculato su questo vergognoso oltraggio alla diplomazia e al galateo internazionale, sciacallo chi, come Matteo Renzi, dimentico delle proprie consulenze in Arabia Saudita, non ha resistito a speculare su twitter.

Inevitabile che il deputato renziano Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza Rai, si sia sentito in obbligo partitico di gridare contro la presunta censura attuata da Tg1 e Tg2, Nessuna censura. I tg hanno fatto il loro dovere. Hanno liquidato la contestazione a Salvini in poche righe. La notizia, infatti, era la missione che l’unico leader italiano, Matteo Salvini, ha voluto fare al confine di guerra per vedere con i propri occhi l’orrore della guerra e provare a dare una mano, per quanto possibile. La notizia sono le cinquanta persone, bambini e donne, che grazie a questa missione hanno potuto lasciare i teatri di guerra per trovare accoglienza in Italia. La notizia è che queste 50 persone sono state sottratte dal calcolo delle oltre 1200 vittime registrate fino ad oggi e aggiunte al numero impressionante degli oltre 2 milioni di profughi.

Un ultimo appunto al Corriere, che ha dato libero sfogo alla livorosa bava di Gramellini per ricordare che Salvini quella maglietta con Putin l’aveva comunque indossata. Nel suo editoriale cita anche l’amicizia di Berlusconi con il presidente russo. Strano, lui che accusa Salvini di avere la memoria di un pesce rosso, si sia dimenticato delle strette di mano di Letta, Prodi, dei bombardamenti di D’Alema e persino della falce e martello della grande madre sovietica che il suo editore, il PD, ha ancora nel dna. Davvero strano. Meglio una memoria da pesciolino rosso che l’indole da sciacallo.

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