Se si votasse per il Capo dello Stato? Sfida Draghi, Belloni e... Tutti i nomi
Le ipotesi in caso di riforma
Riforma presidenzialista? Chi i possibili aspiranti al Quirinale
A cura di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista
Il presidente della Repubblica è, tradizionalmente, la figura istituzionale che gode della maggiore fiducia nel nostro Paese. Apparentemente, i suoi poteri sono relativamente limitati, essendo la nostra una repubblica parlamentare e non presidenziale. Di fatto, da un paio di decenni a questa parte il Quirinale ha assunto un ruolo che va oltre la tradizionale funzione di rappresentanza dell’unità nazionale e di garanzia del corretto esercizio dei poteri, finendo per fungere da vera e propria camera di compensazione delle tensioni che caratterizzano la vita politica italiana. Con una metafora un po’ forte, potremmo anche dire che, sul piano della psicologia della politica, il presidente della Repubblica è oggi, in Italia, qualcosa di simile a un “monarca” costituzionale eletto dal Parlamento.
L’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esercita molto bene questo ruolo complesso, con uno stile sobrio, austero e autorevole che viene trasversalmente apprezzato dall’opinione pubblica nazionale (il suo indicatore di fiducia è infatti costantemente molto elevato, sopra quota 60%). Da quanto abbiamo detto, consegue che identificare oggi una figura che possa ricoprire il ruolo presidenziale con il giusto mix di competenza tecnica, intelligenza politica e capacità di entrare in risonanza con l’immaginario collettivo nazionale, non è facile. Se, per ipotesi, in Italia vi fosse l’elezione diretta del capo dello Stato, chi potrebbe avere il profilo giusto per questo altissimo compito?
Il primo nome che viene in mente è indubbiamente quello dell’ex primo ministro Mario Draghi, che aveva a sua volta, durante il proprio mandato, un livello di fiducia molto elevato, e che ha conservato un capitale di credibilità istituzionale, oltre che di apprezzamento demoscopico, capace di farne comunque un ottimo candidato per il Quirinale. Sulla scia del profilo di Draghi potrebbe collocarsi, come altro esempio di candidato “papabile”, il professor Carlo Cottarelli, la cui recente decisione di dimettersi da senatore per riacquisire una piena indipendenza di giudizio e di azione, oltre che per dedicarsi a importanti progetti di ricerca e di formazione per l’Università Cattolica di Milano, conferma le sue potenzialità prospettiche come figura in grado di agire veramente “super partes”.
Per quanto riguarda invece possibili candidature femminili, all’epoca aveva suscitato molto interesse, come profilo, Elisabetta Belloni la quale, dopo aver svolto il ruolo di segretario generale degli Esteri, si è ritrovata a essere la prima donna potenzialmente in corsa per il Quirinale. Una sua possibile riproposizione futura non sarebbe da escludere, almeno dal punto di vista delle potenzialità demoscopiche. In aggiunta, resta sempre valida come candidatura quella della giurista Marta Cartabia, già membro della Corte Costituzionale e ministra della Giustizia. Con un profilo di centrodestra è infine da tenere d’occhio appunto l’attuale ministro della Giustizia, Carlo Nordio, portatore di un interessante mix di preparazione tecnica e di schiettezza comunicativa. Mentre, sul fronte opposto, di centrosinistra, potrebbe ottenere buoni consensi l’inossidabile Paolo Gentiloni.
Cos’hanno in comune questi nomi? Una buona preparazione tecnico-politica e la capacità di porsi come donne e uomini dal profilo prevalentemente istituzionale oppure, se più politici, con una buona propensione a mettere la propria aderenza a uno schieramento in secondo piano, per poter vedere le cose da quella prospettiva più alta, e più indipendente, che è indispensabile per salire sul più alto dei colli romani.