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Cronache
Mafia, trema l'Emilia: troppa omertà sulla 'ndrangheta. Nuova indagine interna

In Campania, Calabria e Sicilia non c’è riscontro dello stesso livello di omertà emiliana. Il deputato Gianluca Vinci ha interrogato il ministero della Giustizia e scoperto che sulla relazione del magistrato...

Qualche mese fa l’ex magistrato Roberto Pennisi ha rivelato a Il Giornale che nel frangente del processo Aemilia gli fu impedito di indagare sui legami tra quella criminalità organizzata e il potere politico della sinistra in Emilia Romagna. Non è possibile una tale penetrazione del territorio senza sfiorare i gangli politici che da sempre "comandano" nella terra fiore all’occhiello della sinistra italiana.

Sul tema vi sarebbe una relazione dello stesso Pennisi in cui il magistrato racconterebbe che alcuni colleghi non avrebbero voluto indagare. Qualche giorno fa il deputato e avvocato di Reggio Emilia Gianluca Vinci (FdI) ha interrogato il governo e il ministero della Giustizia sull’esistenza della relazione e su quali interventi intenda intraprendere sulla vicenda il dicastero presieduto da Carlo Nordio. Vinci ha anche ricordato lo scioglimento per mafia del Comune di Brescello, il paese di Don Camillo e Peppone di Guareschi da sempre amministrato dalla sinistra, in seguito alle coraggiose denunce, in solitaria, della consigliera Catia Silva.

Il ministero, in aula temporaneamente rappresentato dal sottosegretario Claudio Durigon, ha confermato che la relazione del dottor Pennisi “è stata “trasmessa in data 3 aprile 2023” alla Procura generale della Corte di Cassazione. In più il ministero della Giustizia ha comunicato che sulla vicenda sollevata da Pennisi “è stato aperta da questo dicastero un'indagine conoscitiva di natura ispettiva che al momento risulta ancora coperta da segreto”.

La fretta con la quale i gruppi dirigenti emiliani vorrebbero archiviare anche il processo Aemilia ha lasciato una coda. Le stesse vertebre che hanno fatto saltare i nervi a qualcuno dopo la presa di posizione dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia che in un comunicato firmato dal presidente l’avvocato Enrico Della Capanna “auspica che le rivelazioni del dottor Pennisi non restino lettera morta e che inducano a fare chiarezza affinché ogni dubbio possa essere opportunamente fugato”.

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