Tajani: "Sostenere la Tunisia, se crolla Africa in mano a Cina e Russia"

Il ministro degli Esteri in partenza per Washington

di Redazione Esteri
Politica

"Sostenere l’Africa significa anche impedire l’offensiva politica della Cina e militare dei russi"

"Le foto drammatiche scattate all’obitorio di Sfax dicono una cosa chiara: la Tunisia ha bisogno di aiuti. E anche da parte del Fondo monetario serve un approccio pragmatico, non ideologico, all’emergenza economica. Quel Paese non può crollare». Lo afferma in un'intervista a La Repubblica il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in partenza per Washington, dove incontrerà il segretario di Stato Antony Blinken e la direttrice dell’Fmi Kristalina Georgieva con i quali parlerà della necessità di giungere al più presto a un accordo per un sostegno economico “graduale” allo Stato tunisino: «Solo con la stabilizzazione dei Paesi di partenza dei migranti potremo risolvere il problema» ha detto il ministro. 

"Sono foto orribili, che denunciano la gravità del problema migratorio" ha aggiunto il ministro. "Il rispetto dei diritti, in questo caso quello dei morti e dei loro familiari, passa inevitabilmente dal miglioramento delle condizioni dei Paesi di partenza. Purtroppo, in uno Stato che non ha strutture ospedaliere e di accoglienza adeguate, più è forte l’esodo più aumenta il rischio di morti in mare e di assistere a queste scene disumane. Bisogna affrontare, e subito, la crisi economica della Tunisia".

Con Blinken affronterete anche il tema di un maggiore impegno degli Stati Uniti per la Libia? "Noi vorremmo che gli Usa fossero partecipi di un’azione nell’intera area del Mediterraneo, con la presenza della Nato ma anche con investimenti che potremo decidere tutti insieme" ha risposto Tajani secondo cui "favorire la crescita del Continente africano significa anche evitare, in quei Paesi, l’offensiva politica della Cina o quella militare dei russi, attraverso la Wagner".

"Occorre stimolare, come stiamo facendo, accordi sull’energia che portano sviluppo. È il piano Mattei di cui parla la premier Meloni, che andrà anche inquadrato in un “piano Marshall” internazionale. Non vogliamo essere colonizzatori, ma partner di questi Paesi» ha proseguito.  In merito alla crisi ucraina Tajani ha spiegato che la visita a Washington "sarà l’occasione per riaffermare i vincoli di solidarietà transatlantica con gli Usa. E una comune visione sulla crisi ucraina. Ci auguriamo che quest’offensiva sia un passo verso una pace giusta.Senza la sicurezza di Kiev non c’è la pace, c’è la sconfitta».   

Manca un anno alle europee: quanto è concretamente realizzabile un’alleanza Ppe-conservatori che cambi l’attuale maggioranza nell’emiciclo di Strasburgo? «Credo nel bipolarismo anche a livello europeo - ha risposto il ministro e vicepremier -. Sin dal 2017, quando la mia elezione a presidente del Parlamento europeo fu sostenuta da popolari, conservatori e liberali. Si può ripetere quel modello politico, poi dipende dai numeri».

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