Utero in affitto, Schlein non risponde: parte la guerra tra femministe-LGBT

È da tempo che le femministe più accorte hanno drizzato le orecchie, e non si fanno più intortare dai vari Zan e similari

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Elly Schlein, la grana è scoppiata: cosa sta succedendo 

E alla fine la grana è scoppiata a causa di una robusta rete di contraddizioni che da tempo attanaglia la sinistra. La lotta è tra le femministe e i rappresentanti LGBT e il motivo del contenere è naturalmente l’utero in affitto o, con parole più leziose, la maternità surrogata che in Italia è vietata ma all’estero, in alcuni Paesi, è permessa e così i più ricchi vi fanno ricorso, un po’ come avvenne per l’aborto.

Ma questo porta a insospettati contrasti e a vere e proprie guerre di religione dentro l’ideologia Woke, che sta infestando l’Occidente. Ad esempio, è da tempo che le femministe più accorte hanno drizzato le orecchie, e non si fanno più intortare dai vari Zan e similari. Molte battaglie LGBT sono contro le donne perché ne ledono i diritti conquistati in anni e anni di dure battaglie.

Ad esempio già nello sport le atlete trans annichilano le vere femmine avendo in media una struttura muscolare molto più potente. E se passasse l’”ideologia Zan” un maschio scaltro si ficcherebbe nei posti auto “rosa” riservati alle femmine dicendo: “oggi sono donna”. Oppure potrebbe accedere ai molti benefici pensionistici di “opzione donna”. Insomma, la guerra civile è arrivata a sinistra perché LGBT e femministe hanno obiettivi diversi e spesso in contrasto tra loro.

E così 200 femministe hanno vergato una letterina al curaro: "Cara Elly Schlein, siamo femministe di varie età e con diverse storie politiche, ti chiediamo di prendere una posizione netta contro la surrogazione di maternità e non consentire che si faccia propaganda tramite i bambini" e chiedono così di incontrarla per manifestarle un "profondissimo dissenso contro la gpa (gestazione per altri) raccontata come solidarietà quando consiste in un mercato dannoso e degradante".

E poi l’attacco al nucleo della questione: “È in corso uno spostamento del dibattito pubblico dalla surrogazione di maternità alla condizione giuridica dei nati a seguito dell'accesso a questa pratica”. E a cosa serve questo? "A costruire un racconto di discriminazione dei bambini per abituare la società ad accettare la surrogazione".  Insomma una vera e propria dichiarazione di guerra tra femministe e LGBT.

La lettera aperta è firmata da dirigenti di Arcilesbica, Udi, la Libreria delle Donne di Milano, la Casa delle Donne di Pesaro, attiviste di centri anti-violenza, ma anche docenti, sociologhe, psicoterapeute, ginecologhe, ostetriche. Naturalmente le “famiglie arcobaleno” la pensano all’esatto opposto delle femministe perché nel loro egoismo vogliono comunque figli “loro” e non vogliono adottarne di altri. In tutto questo la Schlein sta sulle spine perché come si muove avrà problemi: o scontenta le famiglie arcobaleno o scontenta le femministe e quindi fa la cosa peggiore e cioè non risponde facendo adirare –diciamo così- tutti e due i mondi contemporaneamente. Indubbiamente non è un bel risultato quello mietuto dalla segretaria del Pd che dopo aver vinto le primarie proprio su questi temi ora si trova a pagare dazio.

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