Giubileo e cantieri Pnrr, l'allarme della Dia: “Sono cosa nostra per le mafie”

A Roma gruppi criminali e mafie coesistono e fanno affari. Record di operazioni sospette per riciclare denaro pronto a essere investito

Roma

La Direzione Investigativa Antimafia lancia l'allarme: i fondi per il Giubileo e quelli per il Pnrr con i loro rispettivi cantieri fanno gola alla criminalità organizzata che, in particolare a Roma, vedono i grandi eventi come opportunità di investimento.

A far accendere la luce rossa, i dati che affermano che il Lazio è la seconda regione italiana nel secondo semestre 2022 per numero di Segnalazioni di Operazioni Sospette "in funzione del rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo", ha fatto registrare dati in ulteriore crescita raggiungendo le 9.788 SOS complessive, 8.705 delle quali nella sola Capitale, a fronte delle 8.363 del semestre precedente.

Roma e il Lazio "ghiotte opportunità di investimento"

Basta questo elemento, come evidenziato dalla Dia nella sua ultima Relazione semestrale, per spiegare come Lazio e Roma continuino a rappresentare ghiotte "opportunità di investimento" per le organizzazioni criminali. La Dia, non a caso, fa proprie le conclusioni del presidente della Corte d'appello di Roma che nella relazione sull'amministrazione della giustizia del 2022, aveva richiamato l'attenzione sul rischio che la criminalità organizzata potesse infiltrarsi nella macchina burocratica chiamata a gestire "gli stanziamenti miliardari previsti tra il 2021 e il 2026 per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr e le ingenti risorse che affluiranno a Roma in vista del Giubileo".

Le mafie coesistono senza che nessuno comandi

Nella regione - secondo la Dia - c'è una pluralità di organizzazioni mafiose, con differenti matrici, "nessuna delle quali esercita in maniera monopolistica il controllo del territorio poiché le proiezioni delle mafie tradizionali coesistono e interagiscono con locali gruppi criminali".

Chi controlla i diversi territori: la mappa

Entrando più nel dettaglio sulla realtà di Roma, va detto che nella Capitale "si conferma la presenza di organizzazioni criminali di matrice 'ndranghetista. A Nord della città spiccano gli esponenti della 'ndrina Morabito di Africo Nuovo (Reggio Calabria) nei Comuni di Morlupo, Rignano Flaminio, Castelnuovo di Porto e Capena, mentre all'opposto la zona dei  Castelli è soggetta all'influenza dei Molè di Gioia Tauro e dei Mazzagatti di Oppido Mamertina. I Piromalli 'frequentano' il quartiere Appio Latino-San Giovanni. I clan della camorra Moccia e Contini, assieme ai Mazzarella, spiccano per le loro attività di riciclaggio con i Senese che 'prosperano' nei quartieri Tuscolano e Cinecittà.

Il litorale di Roma in mano ai clan siciliani

Il litorale romano, invece, si caratterizza per la presenza della mafia siciliana, rappresentata dai clan catanesi Mazzei, Pillera, Santapaola-Ercolano, e da quelli palermitani dei Gravani, dai gelesi Rinzivillo e dagli agrigentini Triassi. Sempre sul litorale romano spicca ovviamente la presenza dei Fasciani e degli Spada. I Casamonica continuano a presidiare il quadrante sud della Capitale (Porta Furba, Quadraro e Anagnina) mentre i Gambacurta esercitano il controllo nel quartiere di Montespaccato gestendo le piazze di spaccio tra Boccea e Aurelia.

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