Atleti morti, dopo Vialli teme anche Brambati: "Facevo flebo, mi affido a Dio"

L'ex Bari e Torino: "Quando ne ho parlato, la Figc mi ha minacciato"

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Brambati: "C’erano allenatori che se non facevi la flebo la sera prima della partita, s’incazzavano"

 

Massimo Brambati, ex calciatore di serie A con Bari e Torino, allunga il fronte di chi ha un passato da atleta professionista e teme per la propria salute. Nel corso del «Processo 7 Gold» ha confessato: "Ho timore anch’io, vent’anni fa lo dissi e ricevetti una lettera della Figc che mi minacciava perché in tv avevo detto che prendevo il Micoren come caramelle e avevo delle prestazioni eccezionali".

 

 

"Quelli delle Iene vennero sotto casa. Prendevo l’Anemina, prima della partita. Ne sentivo l’effetto, infatti mi accelerava i battiti e la prontezza dei riflessi. Per quello che ho preso e che mi hanno messo davanti, ho paura. Avevo 20 anni e quindi li prendevo senza chiedere nulla. C’erano allenatori che se non facevi la flebo la sera prima della partita, s’incazzavano. Ora io mi affido a Dio".

Lo sfogo di Brambati, che dopo aver smesso di giocare è stato anche procuratore, fa seguito a quello di altri colleghi che, preoccupati dei numerosi casi di decessi tra i calciatori, chiedono che si faccia luce sui trattamenti ai quali si sono sottoposti nel corso della carriera.

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