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Nel corso degli ultimi mesi i risparmiatori europei danneggiati dal comportamento scorretto di Volkswagen per il cosiddetto “Dieselgate”, che ha creato sensibili perdite di valore delle azioni, si sono coalizzati in un’associazione denominata “Stichting Volkswagen Investors Claim”. Tecnicamente si tratta di una Fondazione di diritto tedesco, senza fini di lucro.

La Fondazione è stata molto attiva nel perseguire gli interessi degli investitori che hanno subito danni dal "Dieselgate” e ha recentemente inviato una lettera per fornire alle parti interessate un aggiornamento dei più recenti sviluppi e informarle sui possibili modi con cui accedere al risarcimento da parte di Volkswagen Group.

Il consiglio principale della Fondazione sarebbe quello di raggiungere un accordo extragiudiziale, mettendo in contatto Volkswagen e i rappresentanti dei principali azionisti, nonché di agire attraverso i media con una costante campagna di supporto.

Nonostante questa sensibilizzazione, la Volkswagen ha mantenuto la sua assoluta posizione contraria ad ogni accusa rischiando addirittura di in tal modo di danneggiare ulteriormente l'attività del Gruppo e di affrontare costi aggiuntivi elevati, perché come conseguenza di questo atteggiamento nuove azioni legali vengono avviate su base giornaliera.

Secondo le ultime notizie la procedura prevista passa dalla compilazione di un modulo da inviare al più presto, e comunque non oltre la fine del 2016, con riferimento al procedimento KapMuG, cioè il solo tipo di procedimento legale disponibile in Germania per affrontare azioni collettive di risarcimento: ma finora l’efficacia di questo strumento rimane incerta dal momento che nessuno dei casi in corso è stato portato a conclusione.

Nella lettera della Fondazione si afferma che gli azionisti creditori che presentano tale querela in Germania prima del 18 settembre 2016 non rischiano di incorrere nei termini di prescrizione.

Certamente un accordo extragiudiziale sarebbe più rapido e meno costoso per tutti, soprattutto in termini di spese legali che paradossalmente sarebbero sempre a carico dei risparmiatori, sia per la parte che li riguarda direttamente, sia per la parte che riguarda la Volkswagen, i cui costi graverebbero comunque in qualche modo sugli azionisti.

Per gli investitori che intendono avviare azioni legali contro la Volkswagen prima del 18 Settembre 2016, al fine di evitare appunto il rischio che i loro crediti siano prescritti, la “Stichting Volkswagen Investors Claim” e la DSW, la più antica e più grande associazione della Germania per la tutela di investitori e risparmiatori, consiglia di contattare il noto studio legale tedesco “Nieding + Barth Rechtsanwaltsaktiengesellschaft” che offre agli investitori il mezzo di partecipare collettivamente a una richiesta di risarcimento nei confronti di Volkswagen a costi relativamente bassi e con rischi limitati.

Maggiori dettagli al sito www.stichtingvolkswageninvestorsclaim.com  Molto attiva anche l’associazione Better Finance, che riunisce le principali associazioni di tutta Europa, raggiungibile tramite il sito www.betterfinance.eu

Altri studi legali tedeschi sono all’opera: la richiesta più elevata è stata presentata da Andreas Tipl, avvocato di Tubinga, per conto di 277 investitori istituzionali che chiedono un risarcimento pazzesco, di oltre 3 miliardi. Anche lo studio legale Quinn Emanuel ha avanzato una richiesta elevata: 680 milioni.

Uno dei giudici che su stanno occupando del caso, Maike Block-Cavallaro, che ha emesso la prima ordinanza, ha però dichiarato che “le attese non devono essere troppo elevate”. Per questo lo studio “Nieding + Barth” sta raccogliendo le richieste di piccoli e medi risparmiatori, per i quali il procedimento legale può diventare più gestibile.

Paolo Brambilla

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