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Vaccini, big pharma non certo missionari: in Ue prezzi in aumento del 25%

Per chi non lo avesse ancora capito Big Pharma non è un comparto costituito di missionari. Lo si è capito dal loro modo di operare in occasione del Coronavirus. In piena pandemia, ad esempio, le multinazionali del farmaco non hanno nemmeno preso in considerazione l’idea di “prestare” a tempo le licenze per permettere ad altri di fabbricare i vaccini così da poter gestire il drammatico fabbisogno dei grandi paesi poveri come India, Brasile e Sudafrica.

Lo si è capito anche quando hanno fatto arrivare le dosi con il contagocce, molto spesso non rispettando i contratti in essere, non con un singolo cliente ma con tutta l’Europa.

E lo si è capito pure quando, per bocca dei loro Ceo, hanno detto che ci sarebbe stato bisogno di una terza dose, quando ancora la comunità scientifica non si era espressa su questa eventualità.

E adesso, come ultima dimostrazione di sano egoismo, lo stanno ancora dimostrando con i prezzi.

Infatti, dopo aver sviluppato la ricerca sui vaccini con lo stragrande sostegno economico di Stati Uniti per quanto riguarda Moderna, Pfizer, Johnson & Johnson e dell’Europa per Astra Zeneca adesso le grandi multinazionali del farmaco alzano la posta.

Nel secondo giro di contratti di riserva preparati per l’Europa i prezzi dei vaccini contro il Covid-19, secondo l’autorevole Financial Times, sono aumentati fino al 25% . Le dosi di Pfizer e BioNTech sono passate da 15 euro a 19,50, mentre quelle di Moderna, da 19 a 21 euro.

Entrambi i prodotti utilizzano la tecnologia dell'RNA messaggero, affermata nell'Unione Europea come la migliore rispetto ad altri. Altri come AstraZeneca (venduto a due euro) o Janssen ( 8,4 euro) non verranno presi in considerazione per il prossimo futuro.

L'aumento, guarda caso, è coinciso con il dibattito aperto dai numeri uno delle aziende, sulla necessità o meno di iniettare una terza dose di richiamo.

Il nuovo costo del contratto tra l’Europa e Pfizer/Biontech era stato scovato dal Financial Times che sembra essere riuscito a vedere parti del nuovo contratto che impegnerebbe le aziende a fornire tra il 2021 e il 2023 quasi 2 miliardi di dosi con un aumento del 25% rispetto ai primi accordi.

Sempre il bene informato FT ha confermato che anche Moderna ha alzato i prezzi di quasi il 10%, ma la fornitura all'UE è molto inferiore. Circa 460 milioni di dosi prevista entro il 2022.

La distribuzione dei vaccini nell'UE consente già di coprire il 70% della popolazione adulta. Finora sono state distribuite più di 530 milioni di dosi in tutta l'UE, di cui 369 milioni provengono da Comirnaty, il marchio BioNTech/Pfizer. Dietro c'è Vaxzevria di AstraZeneca, con 87 milioni. E quello di Moderna, Spikevax, con 57 milioni. 19 milioni sono arrivati ​​da Janssen.

Pfizer, che condivide i ricavi del vaccino al 50% con BioNTech, ha previsto conti in crescita, 28 miliardi di euro contro i  22 miliardi precedentemente pianificati. E questo grazie soprattutto ai nuovi accordi con l’Europa e all’aumento di prezzo.

BioNTech, dal canto suo, ha già moltiplicato i propri ricavi per 73 nel primo trimestre del 2021 rispetto all'anno precedente. "L'aumento è dovuto principalmente al rapido aumento della fornitura di vaccini Covid-19 in tutto il mondo", ha confermato l'azienda tedesca che, così come le altre sue colleghe , forse ha dimenticato la parola “sociale”.

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