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L'avvocato del cuore
Vendetta verso l'amante del marito? Attenzione alle accuse di stalking

“Gentile Avvocato,
ho scoperto che mio marito, da un anno, intrattiene una stabile relazione extraconiugale con un’altra donna, neppure minimamente scalfita dal periodo di lockdown. Sono in totale confusione. Vorrei affrontarlo e smascherarlo, ma non sono pronta, né sicura di voler intraprendere il percorso della separazione. Lo stato d’animo, però, che più mi preoccupa è la forte gelosia che provo per questa donna. Soprattutto dopo aver scoperto la sua identità, ho un forte desiderio di rivalsa, di incontrarla e umiliarla pubblicamente per il torto che mi ha fatto. Non so, quindi, se già in questa fase è opportuno che mi rivolga a un avvocato che mi supporti nei leciti comportamenti da assumere. Non vorrei incorrere in spiacevoli denunce che oltre al danno mi procurerebbero anche la beffa.”

 

***

Smarrimento, rabbia, delusione e mortificazione sono solo alcune delle mille emozioni che il partner ferito prova non appena scopre il tradimento dell’altro. Fra queste, vendetta e rivalsa sono sicuramente i sentimenti predominanti che scaturiscono dall’impeto del momento. E’ proprio in questo momento, quindi, che è necessario cercare di fare prima di tutto chiarezza con se stessi e provare a capire cosa rimane del matrimonio dopo il trauma devastante dell’infedeltà. Certamente acquisire questa lucidità non è un processo immediato, in quanto significherebbe già aver fatto un grande passo verso la soluzione del problema. Proprio per questo è bene rivolgersi, già durante questa fase di estremo disorientamento, non a un “semplice” avvocato, bensì a un professionista specializzato nel settore del diritto di famiglia. Solo questa figura professionale, infatti, è in grado di fornire un’assistenza costante e “scientifica” non solo di tipo legale, ma soprattutto di tipo comportamentale. Questo supporto consente di evitare il rischio di incorrere in condotte controproducenti o addirittura penalmente perseguibili. In queste situazioni così delicate, nelle quali le emozioni prendono il sopravvento, il confine tra torto e ragione, giusto e sbagliato, lecito e illecito diventa molto labile.

Proprio di recente la Corte di Cassazione è intervenuta, con la sentenza n. 11198/2020, a proposito dei rapporti tra il coniuge tradito e l’amante. In particolare, la Suprema Corte ha dovuto giudicare l’eventuale punibilità dei comportamenti tenuti dalla moglie tradita contro l’amante del marito. La moglie, infatti, è stata messa sotto accusa per avere ripetutamente molestato l’amante, pedinandola e inviandole messaggi ingiuriosi e minacciosi. In primo grado, la Signora è stata condannata per il reato di atti persecutori, meglio conosciuto come stalking. Poi, la Corte d’Appello, riformando in parte la sentenza di primo grado ha ritenuto, invece, che la moglie tradita avesse commesso non il reato di stalking ma quello meno grave di molestie e disturbo alle persone.

Perché la Corte d’Appello ha così deciso? Perché l’imputata non aveva, di fatto, così radicalmente cambiato la vita della vittima; perché il tentato suicidio dell’amante aveva la sua ragione nell’avere il marito ripreso la convivenza coniugale e non perché la moglie la perseguitasse. Non c’è dubbio, dunque, che vi sia stato fastidio e turbamento per la poveretta perseguitata dalla moglie e per di più abbandonata dal marito di lei; ma certamente non c’è stato il reato di stalking, che non è sufficientemente realizzato dai, per quanto insistenti, pedinamenti e dalla fastidiosa invadenza. Situazione comunque sia, anche ad avviso della Corte di Cassazione, non certamente così tenue da non essere considerata reato, seppure con pena minore.

Questa pronuncia, cara Signora, è solo uno dei tanti esempi che potrei farLe e che aiutano a comprendere come il coniuge tradito, in quanto profondamente devastato, può perdere il contatto con la realtà e, forte del suo “essere vittima”, si sente in diritto di poter violare la vita e la dignità altrui, in particolare, quella dell’amante che finisce con l’additare come l’unica causa del fallimento matrimoniale.

Quando, è chiaro a tutti, che è esclusivamente il coniuge traditore l’unico responsabile di avere violato gli obblighi matrimoniali e il rispetto per l’altro.

*Studio legale Bernardini de Pace

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