Caro Fico, perché non lasci e torni a fare la rivoluzione?
Il disagio del presidente della Camera è sempre più evidente. E' lui l’emblema di questi tempi confusi
Il disagio.
Non possiamo dire che il Presidente della Camera sarà ricordato per veemenza politica e simpatia umana, anzi, da quando ha accettato come un peso la terza carica istituzionale della Repubblica, ci ha ricordato quanto consideri inadeguato il governo che la sua parte politica ha determinato.
Fico non sfonda certo lo schermo, non comunica se non attraverso le sterili polemiche, i continui distinguo che troppo da vicino ci ricordano chi l’ha preceduto su quello scranno.
Va bene fare opposizione, ma le uscite spericolate, le vicinanze pericolose, fanno capire che lui, dopo aver perso il controllo del Movimento stia giocando un’altra partita e con altri giocatori.
E’ un disagio visibile che si trasfigura su un volto che sembra sempre voler dire: ”che ci faccio qui, e con questa strana gente”, e lo sguardo triste di chi mal sopporta quanto gli stia accadendo intorno non aiuta la già complicata sopravvivenza dell’esecutivo.
Perché continuare a fingere? Perchè farsi piacere quello che sembra essere l’opposto di quello che si desidera, in politica? Caro Fico perché non lasci e torni a fare la rivoluzione? O quello che avevi in testa quando hai contribuito a fondare un partito che non ha più nulla di quello che aveva immaginato di poter costruire.
Non si spiegherebbe la fatica di dover controllare ogni affermazione in funzione dell’interesse particolare del governo, che ormai non lo sopporta più e che lo considera come una carica espressa dall’area piddina, o peggio, come l’inutile dedica ai rom della festa della Repubblica dimostra.
Ormai non c’è più nessuno che creda nel futuro di questo governo e probabilmente tutti quelli che sopravviveranno ad esso, stanno cercando una nuova collocazione, un posizionamento che consenta di sopravvivere a questa snervante e insopportabile eutanasia da parte di vincitori e purtroppo, vinti.
Il Presidente Fico ci sembra già un personaggio archiviato, o sulla via della dismissione, uno scarto residuale della prima repubblica che trova la sua vera identità recitando sempre la parte più comoda, quella del Grillo Parlante, che davanti a tanti Pinocchio non ha più nessuna autorevolezza e addirittura ascolto.
In attesa delle prossime esternazioni, il Triste Presidente, forse sta già pensando su quale altra poltrona traslocare, come abbandonare l’aula sorda e grigia, e in effetti è lui l’emblema di questi tempi confusi, e farsi opposizione da solo conviene, finchè il nuovo voto non ci separi.
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