La lezione di Bibbiano per le nostre coscienze di giornalisti - Affaritaliani.it

Cronache

La lezione di Bibbiano per le nostre coscienze di giornalisti

Assoluzioni nel caso Bibbiano dopo anni di accuse e stigma mediatico. Ma il danno d’immagine resta. Un monito per il giornalismo che crea mostri prima dei processi. Il commento

di Fabio Massa

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La lezione di Bibbiano per le nostre coscienze di giornalisti

Bibbiano, praticamente tutti assolti, compreso il principale imputato, Claudio Foti, già assolto tempo fa. Caso distrutto, chiuso. La pm aveva chiesto 70 anni di carcere per 14 imputati, ne ha ottenuti 4, e per reati lievi. Eppure sulle prime pagine dei giornali Bibbiano aveva sconvolto l'Italia. I partiti ci si erano buttati a pesce: rubavano i bambini. Quelli del Pd rubavano i bambini. A vederla oggi, appare tutto così distante e surreale. Stereotipato: i comunisti mangiano i bambini. E invece, niente era vero. Non è una mia opinione, è una sentenza. Che - come tutte le sentenze - si accetta. Ma è una sentenza di assoluzione solo formale, perché intanto quelle persone, quegli indagati, hanno già scontato tutti quanti la loro pena. Vite sospese, per anni. Anni. Sei, per la precisione. Con uno stigma, una condanna a vita da parte della pubblica opinione e che oggi - per quello strano strabismo che noi giornalisti non correggiamo - non viene comunque sanato. Per quei pochi che arriveranno a pagina 20 per leggere dell'assoluzione, ci saranno pure quelli che diranno che hanno voluto insabbiare, che non ci crederanno. Hai voglia a dire che dobbiamo dare più spazio alle assoluzioni! Non succederà mai. E' come quando si parla di combattere l'evasione.

Ma la verità, e la sappiamo tutti, è che l'unico metodo è la prevenzione. Prevenire la mostrificazione dell'indagato in attesa dei tempi biblici della giustizia. E per farlo bisogna spezzare il rapporto incestuoso tra accusa (perché di questo si tratta) e stampa. Non è censura. Bisogna poter continuare a raccontare i fatti. Ma non a creare mostri, dentro e fuori la politica, di destra e di sinistra e di centro, che poi scontano una pena che non sarebbe mai dovuta essere comminata, peraltro senza giudice e senza giuria.

 

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