Economia

Ambiente e tabacco, Mohre: parola d'ordine addio combustione

 

Roma, 12 nov. (askanews) - Cop 26 e Cop 9 viaggiano su binari paralleli. Mentre a Glasgow si tiene il summit sul cambiamento climatico, on line si tiene la riunione Cop9 della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctg). Nonostante la Convenzione quadro nasca nel 2005 per stabilire i principi del controllo del tabacco a livello mondiale, e abbia come missione quella di ridurre le malattie e le morti fumo-correlate, ad oggi sembra non abbia portato alcun risultato rilevante: il numero 1,1 miliardi di fumatori nel mondo sembra non essere stato minimamente scalfito negli ultimi 16 anni. Fa il punto sui lavori del Cop9 un incontro con gli esperti organizzato dal Mohre, Osservatorio Mediterraneo per la Riduzione del Danno in medicina. Abbandonare la combustione #addiocombustione è un obiettivo che accomuna le due conferenze delle parti: sia la Cop26 che ha come obiettivo la tutela dell'ambiente e la sostenibilità sia la Cop9 sul tabacco. "Il concetto di riduzione del danno - sottolinea il prof. Fabio Beatrice, Direttore scientifico Mohre - si applica a tutte le branche della medicina. C'è resistenza a utilizzarlo nel tabagismo. Probabilmente perché si ritiene prioritaria la cessazione, ma la questione è che la cessazione si ottiene in meno del 50% dei pazienti fumatori che provano a mettersi in discussione. E di fronte a un insuccesso che riguarda più o meno il 70% dei pazienti siamo in totale assenza di una seconda linea di trattamento".

"A mio parere - prosegue il prof. Beatrice - manca un pezzo al decisore, cioè manca il pezzo del bisogno della politica di aiuto. Una dipendenza necessita non solo di una indicazione successiva alla dipendenza, ma anche sulla indicazione di aiuto perché si tratta di persone dotate si una forte fragilità". Negli ultimi 24 mesi sono nati in tutto il mondo gruppi di scienziati e medici che vedono nelle strategie di riduzione del danno una risposta, sia pure parziale, per ridurre la mortalità evitabile.

"Ci troviamo a scontrarci con l'atteggiamento del Ministero della Salute - afferma Carmine Canino, Presidente Associazione Nazionale Vapers Uniti - che più volte ha dichiarato di essere contrario all'adozione della sigaretta elettronica come strumento riconosciuto per la riduzione dei danni provati dal fumo combusto. Tale impostazione potrebbe tradursi in un imminente giro di vite regolatorio sia a livello nazionale o comunque in una posizione ostile in sede europea".

"I consumatori - proegue Canino - che hanno smesso di fumare devono essere supportati nel loro percorso di comprensione del prodotto e non manipolati da cattive informazioni". "Le priorità per gli anni a seguire saranno poche ma importantissime. L'ingaggio della politica tesa soprattutto da parte nostra all'informazione su cosa è il vaping e la sicurezza elettronica e chiarire definitivamente che tabacco riscaldato e sigaretta elettronica non sono la stessa cosa. Secondo: mobilitazione dei cittadini per sensibilizzare sempre di più i decisori sul tema".