Economia

Guerra ucraina e clima: così tornano a svuotarsi scaffali supermercati

 

Milano, 5 giu. (askanews) - Sono un ricordo ancora vivo gli scaffali dei supermercati vuoti nel reparto olio di girasole o sulle pedane delle acque minerali nell'estate 2022. Quei "buchi" a scaffale sono l'effetto della guerra russa all'Ucraina, dei cambiamenti climatici e delle successive tensioni sui prezzi di materie prime ed energia. Tecnicamente sono definiti out of stock e comportano, per il largo consumo, una perdita di vendite che GS1 Italy in ambito ECR, in collaborazione con Circana, ha misurato e condiviso attraverso il webinar "Gli effetti a scaffale dell'out-of-stock in un anno di grande complessità".Carolina Gomez, Ecr project manager GS1 Italy: "Il lavoro collaborativo svolto con Circana ci ha permesso di individuare i fattori chiave che stanno andando a impattare la disponibilità dei prodotti sullo scaffale e anche il rischio economico della mancanza dei prodotti. Abbiamo cercato di fornire elementi chiave per capire il comportamento e prendere decisioni sui prossimi passaggi che andranno a impattare sui prossimi mesi".Il 2022 arriva dopo anni di cambiamenti epocali che hanno profondamente scosso il largo consumo. E i risultati raggiunti alla fine di questo anno così complesso e incerto ne sono il riflesso. Marco Colombo, global central operations di Circana: "Se la chiusura di fine anno ci dice che il mondo del largo consumo ha avuto una crescita del 7,5% questo nasconde due grandi fenomeni: da un lato un incremento dell'inflazione che è più che superiore a questa crescita a valore, parliamo di 7,9 punti, e un calo dei volumi: per la prima volta negli ultimi tre anni leggiamo un calo dei volumi che nel corso del 2023 si sono ancor più accentuati".In questo contesto il fenomeno degli scaffali vuoti è ripartito: dopo un trend discendente fino al 2021, esclusa la parentesi del 2020 per effetto della pandemia, ora l'out of stock ha ripreso a crescere: "Le pressioni esercitate sulla filiera produttiva, da carenze di materie prime, sia per l'ingredientistica che per il packaging - ha precisato Colombo - si sono scaricati direttamente sullo scaffale e hanno inciso sul livello di servizio di settore portandolo a un incremento dai 3,5 punti del 2021 a 3,7 del 2022 sembra poco ma stiamo parlando di un valore intorno al 15%".E anche il 2023 non è iniziato sotto una buona stella: il primo trimestre ha registrato un tasso di out of stock al 3,5%, 0,2 punti base in più rispetto allo stesso trimestre del 2022. Un fenomeno che ha fatto aumentare le vendite perse al 5,1% lo scorso anno, per un doppio motivo: "Da un lato per via del fenomeno inflattivo lo stesso prodotto in condizioni di out of stock impatta per un valore superiore a circa 12-14 punti in più rispetto all'anno scorso e il secondo motivo è che l'out of stock tende a lavorare di più su prodotti di alto valore unitario di marca o di qualità elevata", ha spiegato Colombo.Dietro questi fuori stock, come si accennava, ci sono la guerra ucraina i cui effetti più evidenti sono stati sull'olio di girasole ma anche sulla pasta, e i cambiamenti climatici che hanno reso difficile, complice anche la mancanza di Co2, la gestione delle acque minerali i cui tassi di out of stock ad agosto hanno toccato il 27%. "L'effetto immediato sullo scaffale è stato duplice :da un lato l'incremento dei prezzi e la mancanza di disponibilità di prodotto hanno portato a una riduzione degli stock dall'altra parte il fenomeno di incetta in previsione di mancanza di prodotto e di incremento atteso del valore ha portato il consumatore ad accelerare il processo di acquisto e quindi a un incremento degli out of stock".E per il 2023 cosa bisogna attendersi, a partire dal tasso di inflazione? "Una prima proiezione sul 2023 ci porta a dire che potremmo chiudere intorno a 5 punti e mezzo - ha detto - Cosa invece diventerà particolarmente critico sarà invece la contrazione della domanda. Quello che leggiamo nella prima parte del 2023 è un calo molto significativo di 4,5 punti".Proprio per gestire questo livello di complessità, GS1 Italy offre alle aziende del largo consumo analisi puntuali che consentano di interpretare i trend di mercato: "Abbiamo messo a disposizione una reportistica a supporto come il barometro Osa - ha concluso Gomez - Cerchiamo sempre di fornire i kpi per identificare le aree in cui nelle aziende devono avere maggiore attenzione e su cui innestare un processo di miglioramento continuo per ridurre principali indicatori collegati alla disponibilità dei prodotti a scaffale".