Economia

Intelligence Manufacturing, un new deal delle competenze 4.0

 

Roma, 21 giu. (askanews) - Lanciare un New Deal delle competenze 4.0 che permetta di ridare centralità all'istruzione tecnico scientifica con programmi più inclusivi, promuovendo, da un lato, una formazione continua dei lavoratori all'interno delle imprese per consentire di stare al passo dei tempi, dall'altro, investimenti sulle competenze digitali per la rinascita del Mezzogiorno italiano.E' in sintesi quanto emerge dallo studio "Capacità e competenze per l'Intelligent Manufacturing" realizzato da The European House - Ambrosetti, in collaborazione con Philip Morris Italia, presentati a Taranto in vista della riunione interministeriale del G20 di Catania sui temi del lavoro e dell'istruzione.Sulla base dei dati raccolti tramite interviste ai vertici di Regioni, Istituzioni scolastiche, ITS, parti sociali, Università, Associazioni di categoria, Ministeri attivi sul tema dello sviluppo delle competenze e della formazione nonché indagini rivolte a oltre 150 imprese su tutto il territorio, la ricerca ha messo in luce come il progresso tecnologico e lo sviluppo delle competenze connesse all'Intelligent Manufacturing stia portando a un cambio di paradigma dei processi produttivi, ormai connessi all'interno di un ecosistema intelligente dove macchine e capitale umano sono perfettamente integrati e dove il focus punta ad una crescita sostenibile ed inclusiva.E l'Italia ha, tra i sistemi manifatturieri, l'opportunità di giocare un ruolo di primo piano, essendo il quinto Paese al mondo per surplus manifatturiero, con tre tra le prime cinque Province europee superspecializzate nella manifattura. In questo contesto l'attuazione del PNRR, e i relativi investimenti in istruzione, ricerca, innovazione e tecnologia, possono rappresentare un'occasione unica per accompagnare il tessuto produttivo in questa evoluzione.Lo studio rappresenta, come ha ricordato Marco Hannappel, Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia, un importante punto di partenza per elaborare l'offerta formativa dell'Institute for Manufacturing Competences, che Philip Morris inaugurerà a Bologna accanto al suo stabilimento nella seconda parte dell'anno, potendo così orgogliosamente contribuire a un progetto per lo sviluppo e l'individuazione delle competenze per la manifattura del futuro.Intervenuto anche Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House, per il quale la ricerca mette chiaramente in luce le fragilità del sistema della formazione a sostegno delle opportunità offerte dall'Intelligent Manufacturing, suggerendo chiare ed incisive proposte d'azione volte a fare dello sviluppo delle competenze un motore di sviluppo per il sistema-Paese.Tornando ai numeri, il tema delle competenze, interne ed esterne, rappresenta a principale problematica per le imprese intervistate: il 20% ha dichiarato di avere difficoltà nel reperire figure professionali adeguate, il 13% lamenta carenza di competenze all'interno della forza lavoro impiegata. Si riscontrano maggiori criticità negli ambiti di data science (27%), competenze informatiche avanzate (18%), programmazione (16%) e project management (13%). Le imprese esprimono poi una fortissima insoddisfazione per le competenze dei diplomati (88%) e dei laureati (54%), evidenziando un problema di disallineamento tra le competenze richieste e quelle offerte dal sistema scolastico e universitario.Oltre al tema qualitativo, lo studio rivela carenze importanti anche sotto l'aspetto quantitativo: solo un giovane italiano su sei studia discipline STEM e l'istruzione tecnica post-scuola secondaria necessita di un adeguamento rispetto ai leader in Europa; meno di un lavoratore su due partecipa a corsi di formazione e quasi la metà delle problematiche riscontrate dalle imprese riguarda le capacità del management di gestire i cambiamenti abilitabili dalla tecnologia.